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Brutto libro.
Se fosse un giallo non ne avrebbe minimamente la tensione o il pathos.
Se fosse un romanzo avrebbe personaggi delineati meglio, argomenti aperti e sviluppati, quindi un senso.
E' un romanzo giallo, o un giallo romanzo: ed è il terzo della serie di Buonvino, quindo dovrebbe avere un nerbo, un "fil rouge", una struttura che ahimè non ha o io non sono riuscito ad identificare.
Peccato.½
 
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sbaldi59 | Jun 17, 2023 |
Although I have been to Rome several times, it was only on my latest trip to the Italian capital that I first visited the gardens of Villa Borghese, which I had previously only known from internet articles and Ottorino Respighi’s Pines of Rome. The day after my visit, browsing at the Mondadori store on Via Cola di Rienzo, I came across this novel by ex-Rome mayor Walter Veltroni and thought it would be a souvenir with a difference and a good read for my flight back.

Assassinio a Villa Borghese ("Murder at Villa Borghese") is the first of a series of crime novels featuring Commissario Giovanni Buonvino. He is introduced as a tragicomic figure. A gaffe early on in Buonvino's career ensured his professional stasis despite years of diligent service. When he is finally called to be given the news of his imminent promotion, it is almost a slap in the face – Buonvino has been chosen to led a new Commissariato responsible for Villa Borghese where “nothing ever happens”. What’s more, he is assigned a team made up of a motley crew of officers whom he ironically refers to as the “Magnificent Seven”. They seem like the incompetent cast of characters from a 1970s Lino Banfi commediasexy. The only concession to political correctness and contemporary sensibilities is the fact that the sole woman on the team (which, in such a movie, would have been played by Edwige Fenech, as conceded by Buonvino himself) is not only attractive but also the most intelligent of the crew.

After a farcical start, the novel changes mood and genre when the body of a boy is found – drawn, quartered and headless – in the park. The dead (and body parts) keep piling up, with the murderer leaving cryptic messages. It seems Buonvino has on his hands a serial killer following some sort of sick, esoteric logic. Suddenly we’re no longer in Banfi territory and we find ourselves in the midst of an Argento-style slasher giallo. The novel continues to tread an uneasy line between comedy and “Gothic crime”, culminating in the revelation of the killer in a theatrical scene worthy of grand guignol.

I wouldn’t describe this as memorable or top-notch crime fiction, but it was fun to read and it served its double-purpose as inflight entertainment and unlikely souvenir.

https://endsoftheword.blogspot.com/2022/07/Assassinio-a-Villa-Borghese-by-Walter...
 
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JosephCamilleri | otra reseña | Feb 21, 2023 |
Non fate il mio errore. Non affiancate la lettura di Pasolini a quella di Veltroni. Due pianeti totalmente differenti e incredibilmente lontani pur essendo impegnati a narrare gli stessi luoghi, la stessa comunità. In Veltroni c'è una storia interessante, certo, ma non c'è alcuna ricerca stilistica, sembra mancare completamente l'interesse per la dimensione estetica dello scrivere di cui, invece, trasudano gli scritti di Pasolini.
Bella l'idea di un rapporto di intenso affetto tra padre e figlio, così differenti ma così legati.
 
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claudio.marchisio | Jun 17, 2022 |
La toccante testimonianza di Sami Modiano, sopravvissuto al campo di sterminio di Auschwitz. (fonte: Cinemaitaliano.info)
 
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MemorialeSardoShoah | Jul 4, 2020 |
1943: il quattordicenne Giovanni fissa sull’album da disegno gli ultimi giorni del fascismo, Roma bombardata il 19 luglio, la deportazione degli ebrei il 16 ottobre. 1963: Andrea, tredici anni, attraversa col padre, su un Maggiolino decappottabile, l’Italia del boom. 1980: l’undicenne Luca registra sulle cassette del suo mangianastri l’anno terribile del terremoto in Irpinia, del terrorismo, dell’assassinio di John Lennon. 2025: l’adolescente Nina vuole costruire la sua vita preservando le esperienze uniche e irripetibili di coloro che l’hanno preceduta. Quattro generazioni della stessa famiglia, quattro ragazzi colti ciascuno in un punto di svolta (l’esperienza della morte e della distruzione, la malattia di una madre perduta e ritrovata, il tradimento degli affetti, la rivelazione dell’amore) che coincide con momenti decisivi della recente storia italiana, o si proietta in un futuro di inquietudini e speranze. Il romanzo di Walter Veltroni intreccia voci, ricordi, eventi, oggetti-simbolo, canzoni, film e sentimenti che vengono da giorni e luoghi perduti, eppure così familiari. Forse perché quelle voci siamo Noi.
 
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kikka62 | 2 reseñas más. | Mar 19, 2020 |
 
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fortunae | otra reseña | Nov 19, 2019 |
Ottimo Walter, grande politico e ottimo scrittore. Un romanzo che tocca le corde giuste nella sua semplicità.½
 
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permario | Aug 13, 2018 |
Noi è un romanzo facilmente definibile “buonista”, si lascia leggere, ma gronda un po’ troppa melassa dalle sue pagine. E’ un compitino ben scritto, ma nulla più.
 
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gianoulinetti | 2 reseñas más. | Feb 15, 2013 |
Gli ultimi momenti di vita politica di Berlinguer, raccontati da Walter Veltroni.
 
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BiblioLorenzoLodi | May 10, 2012 |
1943: il quattordicenne Giovanni fissa sull'album da disegno gli ultimi giorni del fascismo, il bombardamento di Roma del 19 luglio,
la deportazione degli ebrei il 16 ottobre. 1963: Andrea, tredici anni, attraversa col padre, su un Maggiolino decappottabile, l'Italia
del boom. 1980: l'undicenne Luca registra sulle cassette del suo mangianastri l'anno terribile del terremoto in Irpinia, del terrorismo,
dell'assassinio di John Lennon. 2025: l'adolescente Nina vuole costruire la sua vita preservando le esperienze uniche e irripetibili di
coloro che l'hanno preceduta. Quattro generazioni della stessa famiglia, quattro ragazzi colti ciascuno in un punto di svolta
(l'esperienza della morte e della distruzione, la malattia di una madre perduta e ritrovata, il tradimento degli affetti, la rivelazione dell'amore)
che coincide con momenti decisivi della recente storia italiana, o si proietta in un futuro di inquietudini e di speranze.
 
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edascenzi | 2 reseñas más. | Apr 11, 2010 |
Walter Veltroni, der seine Liebe zu Kunst und Kultur auch als Minister und Bürgermeister von Rom umsetzen konnte, hat schon als zwanzigjähriger geschrieben. Aber erst dreißig Jahre später wagte er sich an seinen ersten richtigen Roman: "Die Entdeckung des Sonnenaufgangs", 2006 in Italien und jetzt auf Deutsch erschienen. Ein sensibler Roman, einfühlsam geschrieben, mit einer realistischen und einer phantastischen Ebene. Als vorangestelltes Zitat wählte Veltroni den Satz: "'Und kein Traum', seufzte er leise, 'ist völlig Traum'" aus Arthur Schnitzlers "Traumnovelle".

"Ich liebe den magischen Realismus sehr", sagt Veltroni. "Jene Literaturströmung, die von Borges über Cortazar bis hin zu Manuel Scorza und vielen anderen die lateinamerikanische Literatur durchdringt. So schien es mir nur natürlich, dass ein Werk wie die 'Traumnovelle' - beziehungsweise dieser erste Satz - der ideale Epigraph für meinen Roman sei."

Jahre des Terrorismus
Sein Roman ist seine Interpretation der bleiernen Zeit - der Jahre des Terrorismus in Italien. Sein Roman ist aber auch die Suche nach der Vaterfigur und der eigenen Vergangenheit. Seine Hauptfigur, Giovanni Astegno, ist Archivar, verheiratet, Vater zweier Kinder. Ein an der Oberfläche beschauliches Leben, wäre da nicht die Einsamkeit einer ausgehöhlten Ehe. Ein banales Leben, wäre da nicht die Herausforderung durch die Geburt der Tochter Stella, die am Down-Syndrom leidet.

Giovanni Astegnos Lieblingsmoment sind die Sonnenaufgänge. Da findet der introvertierte Vierzigjährige, der seinen Vater auf rätselhafte Weise verloren hat, zu sich. Und der Autor Veltroni begibt sich auf eine spannende Reise in die Vergangenheit - und bricht einmal mehr eine Lanze für die Kultur.
 
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dswien | Feb 21, 2010 |
Una notte di due anni fa, Walter Veltroni ascoltò un disco ricevuto in regalo, il disco di un pianista jazz che non aveva mai sentito nominare. Era una musica che esprimeva un dolore immenso, che evocava un misterioso paesaggio interiore, che parlava direttamente all'anima. Leggendo le note di copertina, Veltroni scoprì che si trattava dell'ultimo disco di un giovane musicista italiano, suicidatosi pochi giorni dopo l'incisione, nel 1995: Luca Flores. Da allora, Veltroni ha cercato di scoprire tutto quello che poteva su un uomo che ormai considerava un amico perduto, fino a raccontarne la vita in questo libro e nel documentario che lo accompagna, realizzato insieme a Roberto Malfatto. Luca Flores, nato a Palermo nel 1956, vissuto per otto anni in Mozambico, si nutriva di musica (da bambino non si stancava di ascoltare, dall'inizio alla fine, un vecchio disco che aveva un cerchio sulla copertina: erano le "Quattro stagioni" di Vivaldi, e lui lo chiamava "il disco del mondo"). Dopo il diploma con dieci e lode al Conservatorio di Firenze, si impose subito sulla scena del jazz italiano e internazionale, suonando tragli altri con Chet Baker e Dave Holland. Ma dietro la fantasia e la purezza della sua musica c'era lo strazio di una tragedia infantile (la madre perduta in un incidente stradale di cui Luca si sentiva in qualche modo colpevole), uno strazio che in una personalità complessa ed estremamente sensibile come la sua era divenuto sempre più intollerabile. Questo libro appassionato e commosso, sul filo dei ricordi di coloro che hanno conosciuto e amato Luca Flores, è un viaggio nel dolore e nelle emozioni che nutrono la musica, quella grande, quella di cui non possiamo fare a meno.
 
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impok |
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