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Claudie Arseneault

Autor de City of Strife

12+ Obras 361 Miembros 12 Reseñas

Series

Obras de Claudie Arseneault

City of Strife (2017) 127 copias
Baker Thief (2018) 71 copias
Common Bonds: A Speculative Aromantic Anthology (2020) — Editor — 42 copias
City of Betrayal (2017) 26 copias
Wings of Renewal: A Solarpunk Dragon Anthology (2015) — Editor — 25 copias
Viral Airwaves (2015) 24 copias
City of Deceit (2022) 9 copias
City of Exile (2023) 5 copias
Lemon & Salt 3 copias

Obras relacionadas

Warrior: A collection of short stories (2017) — Contribuidor — 5 copias

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Conocimiento común

Género
female
Nacionalidad
Canada

Miembros

Reseñas

Raccontandovi le mie impressioni sul primo libro di questa serie, City of Strife, vi avevo scritto che avevo delle perplessità sulla rappresentazione di alcuni personaggi LGBTQIA+, perplessità spazzate via in City of Betrayal, nel quale Arseneault mi ha regalato alcuni tra i migliori personaggi queer di cui mi sia capitato di leggere. In particolare, ho amato i personaggi asessuali e aromantici, per almeno due motivi.

Il primo riguarda la loro tridimensionalità: non sono personaggi solo asessuali e/o aromantici e la loro presenza nella storia non è il pretesto per partire con lo spiegone su cosa si intenda per asessualità e aromanticismo. Mi è capitato ormai diverse volte di leggere romanzi costruiti in modo tale da fare la lezione allǝ lettorǝ: e sì, okay, diffondere informazioni è importante, ma lo è altrettando rendere i personaggi memorabili e farli amare in modo da gioire e soffrire insieme a loro (e da patire di brutto in attesa del prossimo volume, mannaggia).

Quindi veniamo al secondo motivo per cui ho amato così tanto questi personaggi: nonostante l’enorme varietà di differenze, sia per quanto riguarda l’identità di genere sia per quanto riguarda gli orientamenti sessuali e romantici, non si ha mai la sensazione che siano lì tanto per fare numero, ma la loro diversità si intreccia alla trama facendosi portatrice di un vissuto e di relazioni che altrimenti non avrebbero senso. Essendo un libro che fonda la storia su famiglie, relazioni e intrighi, capirete bene che legare i personaggi tra di loro in maniera realistica diventa fondamentale per reggere l’interesse e Arseneault ci riesce davvero benissimo. Alla fine vi ritroverete ad amare (quasi) ogni personaggio, anche quelli che in City of Strife sembravano così antipatici, semplicemente perché sono realistici.

Per il resto, City of Betrayal, come da titolo, parla di tradimenti: tradimenti all’interno di Isandor, tradimenti all’interno del Golden Table che amministra la città, tradimenti all’interno delle famiglie, tradimenti della fiducia tra amici. Il finale è stato tanto doloroso – il degno prologo al prossimo volume, City of Torment – e immagino che tanto dolore dovrà ancora abbattersi sui miei adorati personaggi prima che i semi piantati da Diel diano i loro frutti. Mi sento male al solo pensiero.

Anche perché l’antagonista, Avenazar, è davvero una delle peggiori merde di cui abbia mai letto. Non potete capire quant’è perverso finché non leggete questa serie (e, vi rinnovo la raccomandazione a tener conto del fatto che abusi fisici e psicologici non si contano quando Avenazar è in giro): è un concentrato di ciò che di abusante si può trovare in una persona e spero davvero che Arseneault gli faccia fare una fine orribile.

Il suo unico pregio è quello di far risplendere ancora di più le numerose relazioni sane del libro: laddove Avenazar è solo capace di schiacciare lз altrз sotto il terribile potere della sua magia, i personaggi positivi si legano tra di loro con relazioni piene di amore e affetto che hanno come unici limiti il consenso e il rispetto reciproco.

E alla fine, nonostante tutti i tradimenti e il dolore, sarà quello che vi rimarrà di questo libro e che vi farà venire una voglia pazza di leggere il prossimo – ti prego, Arseneault, finiscilo presto!
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lasiepedimore | otra reseña | Jan 17, 2024 |
City of Strife è un romanzo perfetto se avete voglia di un fantasy pieno di architetture che vi faranno sognare a ogni aperti e di intrighi che vi faranno continuare a macinare pagine come se non ci fosse un domani. Immagino di dovervi avvertire, quindi, che la serie non è ancora conclusa e che mancano ancora gli ultimi due volumi (anche se l’uscita di City of Torment potrebbe essere vicina, ma quest’anno è diventato presto molto strano e chissà).

Comunque, tornando a City of Strife, l’elemento più rimarchevole del libro mi sembra la costruzione dei personaggi, che dà senso a tutto il loro brigare e alle relazioni che si creano tra di loro. In particolare, ho apprezzato la presenza di personaggi che non sono forti perché capaci di impugnare una spada e far fuori centinaia di nemici con la sola forza del loro braccio – come se ne trovano a tonnellate nei fantasy – ma lo sono perché hanno il coraggio di mettere a repentaglio la loro vita e i propri privilegi per aiutare qualcun’altru.

Inoltre, c’è un antagonista così stronzo, così perverso e così viscido che fin dalle prime pagine ho iniziato a sperare che faccia una fine orribile – e che Arseneault non lo sprechi, facendogli fare una fine anticlimatica, perché è davvero una merda schifosa. A questo proposito, vi dirò di tenervi alla larga da questo romanzo se gli abusi psicologici e fisici vi mettono a disagio perché l’antagonista ne fa largo uso.

Un altro pregio del romanzo è una buona presenza di personaggi queer inseriti in maniera armonica nella storia e non come una medaglia da reclamare perché l’autrice si è ricordata che c’è vita oltre allociseterolandia. Ho delle perplessità su alcune rappresentazioni, ma molto dipenderà da come evolverà la storia, quindi per il momento ho deciso di fidarmi di Arseneault.

Quindi City of Strife non ha difetti? Sì, ce li ha. Il più macroscopico mi è sembrata una scarsa attenzione per la descrizione della magia, che non sappiamo proprio come funzioni di preciso in questo mondo. È anche vero che stiamo parlando del primo libro di una serie e c’è tempo per approfondire, oltre al fatto che l’autrice ci butta negli eventi e ci lascia lì a osservarli dipanarsi. Io non amo gli spiegoni, per carità, ma è pure bello imparare qualche dettaglio del mondo del quale si legge.
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lasiepedimore | 4 reseñas más. | Jan 17, 2024 |
Non conosco nessunǝ dellз curatorз di questa raccolta, tranne Claudie Arseneault, della quale mi fido ciecamente per quanto riguarda la rappresentazione delle persone asessuale e aromantiche perché mi ha abituata bene con la sua serie City of Spires e anche con questa raccolta mi è piaciuta molto, anche se non è autrice di nessun racconto. Common Bonds raccoglie diciannove storie con personaggi aromantici e si focalizza sull’amore platonico, in ogni sua multiforme sfaccettatura.

Del primo racconto, The Aromatic Lovers di Morgan Swim, ho apprezzato innanzi tutto l’inside joke dell’idea: aromantic viene corretto dai correttori automatici con aromatic e la storia è ambientata in un mondo dove le persone identificano identità di genere e orientamento sessuale in base al profumo indossato. La questione dell’identità sessuale viene quindi esplorata tramite la costruzione di un profumo adatto per Matroise.

Voices in the air di Vida Cruz non mi ha colpito particolarmente, mentre Moon Sisters di Camilla Quinn l’ho trovato un racconto molto carino sul valore delle famiglie trovate e sulle coccole che ci si fanno quando a unǝ dei suoi membri va male qualcosa. Si prosegue con Cinder di Jennifer Lee Rossman, una divertente e intelligente rivisitazione del topos della principessa che deve essere salvata dal principe. Abbiamo delle principesse sfruttare per i loro potere e che non hanno i mezzi per salvarsi da sole, ma non appena capita che li ottengano fanno scintille.

Not Quite True Love di Syl Woo è il primo componimento della raccolta e parla dell’enorme quantità di narrativa dedicata al vero amore e come a questo qualsiasi cosa venga sottomessa. Con Dracanmōt Council of Human Study Report Compiled by Usander Greystart di A.Z. Louise si ritorna alla prosa con una storia in forma di diario, dove una creatura in missione annota il comportamento degli esseri umani. In Spacegirl and the Martian di Cora Ruskin ho avvertito delle Marvel vibes – in base al poco che so dell’universo Marvel – perché siamo in mezzo a supereroз e malvagз e due di loro finiscono per riflettere sulla legittimità e sensatezza di questa divisione manichea.

Would You Like Charms Like That? di E.H. Timms l’ho trovato un po’ piatto: una coppia rassicura un ragazzino riguardo al suo futuro e alle sue possibilità di trovare una persona con la quale condividere la vita. Niente di che. In the Summer a Banana Tree di Thomas Shaw Leonard è il secondo componimento e parla della morte di un animale domestico e del lutto che ne è seguito. Sempre di Thomas Shaw Leonard abbiamo anche Remembering the Farm sul ricordo e il sogno di un padre che si allontana e svanisce.

Quindi abbiamo Fishing Over the Bones of the Dragon di Jeff Reynolds, che racconta la storia di un ragazzo rapito da una creatura sovrannaturale e contiene la riflessione sull’incapacità della soddisfazione fisica di rendere da sola una vita piena e soddisfacente. Asteria III di Marjorie King, invece, è la classica storia della missione suicida nello spazio per trovare una nuova casa all’umanità, dopo che la Terra è diventata inospitale. La differenza è che questo viaggio permette alla protagonista di avere un’ultima avventura con suo padre, presente sulla navicella come intelligenza artificiale, mentre quello vero è rimasto sulla Terra perché malato di Alzheimer.

Poi abbiamo A Full Deck di Avi Silver che mi è piaciuto molto perché si focalizza nel mostrare le persone aroace a tutto tondo, non solo come modelli usciti dalle definizioni. Insomma, hanno ovviamente dei difetti, ma questi non hanno a che fare con gli stereotipi di asessualità e aromanticismo, ma con il fatto che le persone a volte prendono decisioni sbagliate. Half a Heart di Ren Oliveira racconta di un amore abbastanza forte da non aver paura di condividere la libertà.

Si prosegue con Shift di Mika Stanard, un racconto tenerello sull’amore filiale e tra amiche, di quelle che si supportano a vicenda e non temono le reciproche caratteristiche. Abbiamo poi l’ultimo componimento della raccolta, Discography di Ian Mahler, sulla pervasività dell’amore romantico.

Seams of Iron di Adriana C. Grigore mostra come inglobare l’elemento queer in una storia dal sapore fiabesco possa portare freschezza e novità in topos vecchi di secoli. Not to Die di Rosiee Thor è un bellissimo racconto sui legami, sul fatto che quelli riconosciuti ufficialmente non siano meno importanti di quelli ufficiosi: tutti sono ugualmente dolorosi quando li si perde e ugualmente rinvigorenti quando li si forma. Infine, la raccolta si conclude con Busy Little Bees di Polenth Blake, un’autrice che ha evidentemente una passione smodata per gli insetti e che questa volta ci racconta di pessimi genitori e di ricerca di legami di sangue.
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lasiepedimore | Oct 29, 2023 |
Took me a while to really get into this book, but it was worth it. I found the characters rather odd to begin with but they grew on me and I think Henry especially really grows as a character throughout the book. He has so many new experiences and has to react to things he's never faced before but it never seems unbelievable. I liked the romance elements because they weren't overbearing and weren't all straight. The fact that serephin is openly bisexual is really nice to see in a young adult book, and also refreshing that the character's sexualities are not the most important things about them.… (más)
 
Denunciada
zacchaeus | Dec 26, 2020 |

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