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Cargando... Stabat mater (2008)por Tiziano Scarpa
music to my eyes (35) Cargando...
Inscríbete en LibraryThing para averiguar si este libro te gustará. Actualmente no hay Conversaciones sobre este libro. L'idea è bella, meritava davvero di essere approfondita ed essere sviluppata meglio. All'inizio non si capisce di cosa sta parlando, per le prime 15 pagine il lettore si interroga su dove vuole andare a parare lo scrittore, la protagonista starà morendo? Gli sarà morto qualcuno? Sarà depressa? Alla fine il testo comincia ad concretizzarsi un po', riusciamo ad intravedere lo sfondo su cui si muove ed interagisce la protagonista. Cominciamo a comprendere meglio questo monologo di un'adolesciente che è alla disperata ricerca di sè stessa. Fondamentalmente tutto il libro verte sulla disperazione di un'orfana che ha bisogno di non arrendersi ad una vita fatta si canti, pregheriere e misera accettazione. La sua mente si ribella all mediocrità e non trova pace, tutto in lei urla ribellione, ribellione all'annichilimento delle sue compagne, ribellione verso se stessa, verso sua Madre che l'ha abbandonata e rabbia. Il monologo è frammentario, carico di sensazioni ma forse un po' troppo artificioso. Si percepisce chiaramente che a scrivere è un uomo, molti sentimenti sono espressi concentrandosi semplciemente sul fulcro del problema quando, in realtà, una donna avrebbe colto senza dubbio ogni sfaccettatura. E' stato un errore, anche se gestito bene dall'ottima capacità di scrivere, incentrare un libro interamente sull'intima sfera emotiva di una ragazza. L'autore è un uomo, difficilmente avrebbe potuto imprimere la stessa rabbiosa fragilità di una ragazza con il carattere forte di Cecilia. Il romanzo è un po' lento e forse perfino troppo frastagliato e comincia ad acquisire velocità con l'entrata in scena di Don Antonio... Vivaldi. La musica diventa piano, piano protagonista come mezzo di fuga dalla realtà, come rivalsa e segno di ribellione (lei che stona volutamente). Diciamo che ho sopportato molto poco Vivaldi. Inizialmente, ero diffidente, non capivo dove voleva andare a parare lo scrittore, già la mia mente si figurava questo compositore in preda all'accecante passione idealizzata grazie all'estrema bravura della protagonista come violinista. Poi ho compreso davvero perchè non avesse intenzione di farla spiccare, per quale motivo volesse spingerla a stringere il patto dietro il ricatto di non farle più suonare dei bei pezzi. Lei è brava, intelligente, lei curiosa, lei è diversa dalle altre e, forse, voglio sperare, il suo intento era proteggerla da una matrimonio privo di ragion di esistere che avrebbe annientato la sua passione e la sua bravura. E così ha iniziato a spingerla sempre più verso una 'crescita' emotiva, la mette alla prova in vari modi. Le propone un patto, una trappola, una gabbia dorata e lei rifiuta mostrando tutta la sua maturità. E, infine, la spinge a sacrificare la sua innocenza per fabbricargli una singola corda per il violino. E li il mondo della ragazza cade e si annienta fino a che non trova la rabbia di reagire. E suona, torna a suonare per rabbia, con disperazione e dolore. Ed è forse questo il punto più bello e meglio scritto di tutto il libro! Per questo la delusione è assoluta quando il libro di getta senza preavviso in un finale scontato e privo di fascino che smorza interamente tutto l'entusiasmo che aveva scatenato nel lettore in quelle ultime pagine. Tre stelline perchè il finale è tremendo e la trama andava sviluppata meglio (l'idea è orginale è meritava di essere curata!). Dit boek kent inderdaad een lichtjes adembenemende start met een prachtig beeldende taal om dan qua tempo wat stil te vallen. Maar toch blijft het een bijzonder mooie en poëtische leeservaring. Het verhaal is eenvoudig. Cecilia, een zestienjarige meisje dat te vondeling werd gelegd in een Venetiaans weeshuis, groeit op binnen de muren van het weeshuis die tegelijk de grenzen van haar bestaan en identiteit vormen. Zij gaat iedere nacht naar een verborgen hoekje van het gebouw om te schrijven naar haar "Signora Madre, het is altijd naar u dat ik terug ga, ondanks mijn intenties en ongeduld keer ik telkens weer naar u, met telkens dezelfde woorden, vertel ik u telkens hetzelfde, omdat u telkens dezelfde gedachte bent, u bent mijn herhaling, mijn schietgebed, mijn veroordeling, mijn verveling." (p. 32-33) Cecilia wordt zich in haar innerlijke dialoog steeds meer bewust van haar illusie dat haar moeder ooit terug zou komen om haar op te halen. Maar dit maakt het voor Cecilia steeds moeilijker om een gevoel van identiteit en continuïteit te hebben. "De tijd is niet van mij, mijn tijd behoort mij niet toe. Sinds ik geboren ben moest ik doen wat men mij hierbinnen zei, en de dingen die aan het hart liggen moet ik proberen plaatsen in de ruimtes die overblijven." (p. 42) "Ik slaag er enkel in om bezit te nemen van mezelf wanneer ik weet dat er iemand anders aan mij denkt." (p. 55) Haar leven kent echter een plotse wending wanneer er een nieuwe priester-componist aantreedt in het weeshuis met nieuwe muziek en met nieuwe ervaringen voor de meisjes-muzikantes, met name Antonio Vivaldi. Le mie aspettative erano elevate, ma il libro mi ha deluso; si inizia a leggerlo tutto di un fiato, in attesa di uno sviluppo che, pero’, non arriva mai. Mi ha catturato l’ inizio, con metafore bellissime ed immagini che colpiscono fisicamente ; poi le promesse vengono deluse, l'intreccio si ferma, il libro si avvita su se stesso in una sua cerebrale cupezza . Mi ha lasciato l’ impressione di un libro incompiuto e di un'occasione persa. sin reseñas | añadir una reseña
Pertenece a las series editorialesMirmanda (79)
The female musicians of the Instituto della Piet#65533; play from a gallery in the church, their faces half hidden by metal grilles. They live segregated from the world. Cecilia, is a violinist who, during anguished, sleepless nights, writes letters to the mother she never knew, haunted by her and hating her by turns. She eats little and cannot sleep. But things begin to change when a new violin teacher arrives at the institute. The astonishing music of Vivaldi, the 'Red Priest', electrifies her and changes her attitude to life, compelling her to make a courageous choice. No se han encontrado descripciones de biblioteca. |
Debates activosNingunoCubiertas populares
Google Books — Cargando... GénerosSistema Decimal Melvil (DDC)853.914Literature Italian and related languages Italian fiction 1900- 20th Century 1945-1999Clasificación de la Biblioteca del CongresoValoraciónPromedio:
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Scrive della sua solitudine e della sua infelicità. Scrive della sua vita confinata nell'Ospitale, tra le suore e le altre orfane. Racconta come a poco a poco si è resa conto della sua condizione di orfana e della sua condizione di donna, entrambe dolorose. Scrive della musica che le hanno insegnato e che suona in chiesa con le sue compagne, nascosta al mondo da una grata metallica. Fa osservazioni sulla sua situazione, sulla musica, sugli ascoltatori, su molte cose, osservazioni acute che per lo più tiene per sé stessa; a volte si smentisce, si contraddice o si pente ma certamente sa pensare con la sua testa.
Un giorno il maestro di musica Don Giulio, anziano, consunto, inaridito, viene sostituito da un giovane dalla chioma rossa: Don Antonio, e cioè nientemeno che Antonio Vivaldi, che inizia a dirigere le ragazze e sconvolge il modo di fare musica che è sempre stato loro impartito. E Cecilia, che sa suonare alla perfezione, diventa la sua prediletta, con un esito traumatico, e la fuga dal collegio: una conclusione brusca come un taglio (del cordone ombelicale? forse per Cecilia la vita nell'Ospitale è stata la vera gravidanza, e la fuga il vero parto).
Un testo fatto di frammenti, con motivi che ricompaiono continuamente come echi e riprese, che si fronteggiano in contrasti e dissonanze: il buio e la luce; il restar dentro e il tener dentro, e il tirar fuori o il buttar fuori o il partorire; il femminile e il maschile; l'esser madre e l'esser figlia; il corporeo e l'incorporeo; l'acqua e il sangue. E la presenza della morte che si riaffaccia continuamente.
Ma non mi ha del tutto convinto. Alcune situazioni sono un po' improbabili, è scritto in un italiano un po' troppo corrente, è ambientato nel passato ma non ha il sapore del passato, il personaggio Antonio Vivaldi è alquanto anonimo, e la conclusione mi è sembrata poco credibile. Insomma, poteva riuscire meglio. ( )