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Firenze e provincia

por Touring Club Italiano

Series: Guide Rosse

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Questa guida oltre a fornire una corretta conoscenza e comprensione di una grande e complessa città, antica e moderna, densa d’arte e di storia, con la sua provincia, propone una visita in controtendenza al puro e semplice consumo culturale.
Gli 8 capitoli si articolano in 31 itinerari, 16 visitano Firenze e i restanti 15 la provincia. I fulcri della visita urbana sono, in successione, il centro religioso, la zona di piazza della Signoria, la zona di piazza della Repubblica, il quartiere di Santa Maria Novella, il quartiere di S. Giovanni, il quartiere di S. Croce, i lungarni, l’Oltrarno, i viali di circonvallazione e la città oltre le mura; quelli della provincia che si dividono tra le colline e il territorio di Firenze, sono la collina fiesolana, Settignano e Maiano, Poggio Imperiale e Pian de’ Giullari, Certosa del Galluzzo, Careggi e Castello, la piana di Campi Bisenzio e il monte Albano, Sesto Fiorentino e i Colli alti, le vie Bolognese e Faentina, il Mugello, la valle dell’Arno, il Chianti fiorentino, il Vardano Inferiore e la Valdensa.

Esce domani con Repubblica il terzo volume della collana «L´Italia» dedicato a Firenze: 1000 pagine ricche di contenuti e corredate da un dettagliato atlante cartografico, in un´edizione di pregio con cofanetto in vendita a 12,90 euro oltre al prezzo del quotidiano. «Firenze e provincia», dopo i primi due volumi dedicati a Umbria e Roma, è il terzo titolo della nuova collana editoriale di Repubblica in collaborazione con il Touring Club Italiano. In tutto 23 volumi, in uscita ogni martedì col quotidiano, che si caratterizzano per la preziosa veste editoriale e per la qualità e autorevolezza dei contenuti, aggiornati a dicembre 2004. Qualità confermata dal riconoscimento dell´Istituto Centrale per il Restauro del Ministero dei Beni Culturali, che ha attribuito alla collana la valenza di repertorio dei beni culturali esposti in Italia. Il volume dedicato a Firenze - con i suoi itinerari urbani e con quelli nel territorio della provincia - propone una puntuale descrizione dello straordinario patrimonio storico-artistico cittadino e dà conto delle novità all´interno del ricchissimo sistema dei musei fiorentini, come i "Nuovi Uffizi" o la riapertura del Museo dell´Opera di S. Maria del Fiore e della Galleria d´Arte moderna, oltre a esplorare le nuove conoscenze emerse dalle indagini archeologiche nella città e nel territorio.

Guida a Firenze e alle sue storie la città che è uno scrigno di bellezze
di PAOLO VAGHEGGI

ROMA - Bischero: «grullo, buono a nulla, persona che si crede furba e invece si rivela stupida e minchiona». Ecco una bella definizione per questo aggettivo. Ma se visitate Firenze scoprirete che dietro c´è una singolare storia. A Firenze sette secoli fa esisteva la famiglia dei Bischeri, proprietaria di numerosi immobili, di un bel gruppo di palazzi che occupava l´area dove ora sorge piazza Duomo. Al momento della progettazione della basilica, il ché ovviamente comportava la necessità di una zona libera, di una piazza, si rifiutò di venderli al Comune a un prezzo molto vantaggioso. Dovevano essere abbattuti, avrebbero perso ogni rendita. Ma una notte le case presero fuoco, furono distrutte da un incendio e i Bischeri furono costretti a cederle a un prezzo irrisorio nel momento in cui ne fu deciso l´esproprio.

«Bischeri si nasce e si resta», si dice a Firenze davanti al segno tangibile di questo leggendario passato: una targa in marmo all´angolo tra via dell´Oriuolo e la piazza, dominata dall´imponente massa di marmi bianchi, rossi e verde scuro del Duomo, dal campanile di Giotto, dalla cupola del Brunelleschi. È un universo di bellezza intorno al quale, scrisse nell´Ottocento Maria-Louise de la Ramée, «tutto è sempre movimento e rissa; gente che va e viene; umanità che compra e vende... ma in mezzo c´è il Duomo intangibile e incorruttibile».

È una descrizione ancora perfetta del cuore di questa città che Mary McCarthy vide «maschile e severa, i palazzi come fortezze», la città del grigio delle pietre, del rosso del cotto dei tetti, dalla geometrica perfezione sempre cercata nell´aureo periodo rinascimentale, dai costumi licenziosi o dai severi pentimenti testimoniati dall´influenza che acquistò in pochi anni fra´ Girolamo Savonarola, poi impiccato e messo al rogo in piazza della Signoria, proprio davanti alla fontana del Nettuno, il 23 maggio del 1498, come narra un´epigrafe di granito dove ogni anno nel giorno anniversario viene effettuata la tradizionale «fiorita», un profluvio di petali di rosa.

Morì nella piazza dove i suoi seguaci avevano bruciato dipinti «osceni»: quadri a soggetto profano. Botticelli non esitò a distruggere alcuni suoi capolavori. Si salvarono quelli chiusi nelle stanze dei Medici e che ora sono esposti agli Uffizi, una delle gallerie più importanti al mondo dove alla leggiadria botticelliana si sommano l´eccellenza leonardesca, la giovanile compiutezza michelangiolesca.

È un cammino cosparso di rossi, verdi, gialli, di azzurri, che accendono l´immaginazione dei visitatori, dalle complesse letture narrate dalla Guida del Touring che non manca di ricostruire la storia di questo edificio, progettato da Giorgio Vasari, unito al Giardino di Boboli e a Palazzo Pitti da un magico corridoio.

È questa un´altra residenza medicea con la galleria Palatina zeppa di capolavori di Raffaello, di maestri fiamminghi, il museo degli argenti carico di oggetti di rara bellezza, la galleria d´arte moderna che presenta le asprezze macchiaiole. E piazza Pitti. Anche qui un aggettivo: ruspante, ovvero pollo allevato secondo il tradizionale sistema rustico, genuino. Ma i «ruspanti» a Firenze erano gli amanti di GianGastone de´ Medici, ultimo granduca. Ragazzi di campagna, pagati con un ruspo, un fiorino coniato da Cosimo III. E in piazza veniva accolti al grido «ecco i ruspanti». Ecco la nascita di un aggettivo, un´altra delle mille storie dell´Atene d´Italia.

(24 dicembre 2004)

(10 gennaio 2005)

Luzi: Firenze e la sua gente il prodigio della creatività
di ALESSANDRA RETICO

ROMA - Mario Luzi, poeta tra i maggiori italiani, massimo erede dell´ermetismo e neosenatore a vita, se chiamato a rispondere su Firenze non può negare che la sua intimissima fiorentinità «mi faccia guardare la città senza più senso critico, ma con quella carnalità e prossimità che si ha nel parlare della casa in cui si abita».

In un senso che si può anche definire mitico?
«Non lo nego, anche se mi sembra che la miticità di Firenze sia solo negli occhi di chi la guarda e vive, ma nel suo essere un prodigio e una eccezionalità tutta particolare. Mi si chiede spesso come faccio a viverci, come sia possibile sentire e produrre un movimento in una città-museo. E´ la domanda che mi faccio anch´io talvolta, e alla quale so rispondere soltanto con la fascinazione interminabile che Firenze attiva per la rarità del suo ambiente e per un richiamo di arcaico e lontano che evoca senza sosta».

Sembra ci stia parlando della materia solida e insieme allusiva della sua poesia.
«Firenze è la mia parola. E la fiorentinità, unità alla senesità, è stata un´assimilazione lenta e profonda, fino alle radici del mio linguaggio. Le luci e le ombre della città. I suoni e la musica della gente. Le asprezze della lingua, anche. Tutto un patrimonio di sensazioni che non possono non entrare nella grammatica della mente e dell´anima. Non voglio sembrare campanilista, ma tant´è: dove sono nato e dove sono diventato è stato il centro della speculazione religiosa, filosofica e artistica, fino ai primi del Novecento, quando Firenze veniva abitata per "elezione", per scelta culturale. Lasciando la città defilata, come fu accusata all´epoca, dal resto delle problematiche cocenti della nazione. Ma Firenze è stata sempre una contraddizione, la città "partita" diceva Dante».

E oggi lei la sente divisa come tra Guelfi e Ghibellini?
«No, anche se latente rimane e si percepisce una scissione nella sua natura. I Medici, Savonarola, l´Umanesimo e i bianchi contro i neri: Firenze è appunto la città delle forti contraddizioni di cui è stata teatro e dalla quale è però cresciuta. Se oggi la sua compagine di polis è sfilacciata, sgranata, tuttavia permane nel suo spirito l´essere per esempio provincia e cosmo, mura e metropoli».

Le guide rosse di Repubblica e Touring Club per un viaggiatore "consapevole". Lei che altro indirizzo consiglierebbe?
«Si tratta di itinerari pregiati e di qualità. Io posso aggiungere la mia "personale" affezione, quella per l´intera conca fiorentina. E´ il prodigio di cui parlavo prima e che fa di questa città quel che è. E´ come se la natura avesse predisposto un ricettacolo, un milieu specifico per la procreazione artistica e umana. Mi meraviglio anch´io di non trovare altrove quel che accade qui: e cioè un che di arcaico, forse di etrusco, che risuona di suggestioni. Una naturale predisposizione a innescare la creatività. Il legame viscerale tra natura e arte a Firenze si esibisce nelle pietre che dalle cave sono state trasportate direttamente al centro della città. Materiali poveri, resi nobili dalla mente che li ha collocati dentro la città-museo».

(10 gennaio 2005) ( )
  MareMagnum | Mar 28, 2006 |
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