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Histoire des Turcs

por Jean-Paul Roux

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Ricordo che in un'intervista a Federico De Renzi, curatore e traduttore d “Il libro di Dede Korkut”, opera fondamentale dell’epica di vari popoli turcofoni, egli ebbe a ricordare che il suo interesse per il mondo islamico e il Caucaso in particolare, si originarono ai tempi del liceo, nel lontano 1995, quando in classe, tra un’ora di greco e una di latino, cominciò a leggere la “Storia dei Turchi”, di Jean-Paul Roux, nella vecchia edizione italiana della Garzanti. Esattamente il libro di cui vorrei parlare e che mi ha accompagnato, per anni, nei miei viaggi anatolici.

“Storia dei Turchi. Duemila anni dal Pacifico al Mediterraneo” di Jean-Paul Roux (Garzanti, 1984) è stato tradotto da Barbara Besi Ellena dall’edizione originale uscita quattro anni prima in Francia con il titolo di “Histoire des Turcs. Deux mille ans du Pacifique a la Méditerranée” per i tipi dell’editore Fayard. Nel 2000 lo stesso Fayard ne ha pubblicato una nuova edizione che si arricchisce di preziosi elementi di contemporaneità rispetto all’edizione nativa e che in Italia è stata edita da Argo con la traduzione di A. M. Galeone. All’autore va certamente il merito di aver dato vita ad un’opera saggistica fondamentale per comprendere il popolo turco e soprattutto per estrapolarlo da un contesto, quello ottomano, in cui la coscienza e la cultura generalista collettiva lo hanno quasi perpetuamente relegato.

Parlare dei Turchi vuol dire illuminare per chi legge duemila anni di storia. Una storia di gente tutt’altro che comune e sconosciuta, visto che ci potremmo riempire l’album delle figurine delle grandi celebrità del passato con le rarità rappresentate da Attila, Tamerlano, Solimano il Magnifico, Ataturk. Una storia fatta e rimodellata come creta da una civiltà grandiosa, anche quando l’aggettivo si riferisce alla violenza e al tributo di sangue, ma soprattutto quando si parla di prosperità e di pace, di ordine e tolleranza, di un sofisticato misticismo capace di influenzare un’arte estremamente raffinata.

Jean-Paul Roux riesce molto bene in questo compito, talvolta fin troppo irretito dalla sua passione per questa cultura, per questo popolo. Si fa leggere e comprendere anche da un lettore meno specialistico, non necessariamente saggivoro, grazie ad una scrittura scorrevole, in stile chiaro e leggero, che non s’abbandona a declaratorie storico accademiche il cui peso specifico rischierebbe di far affondare la barca. Tiene il timone, segue la rotta e mantiene il ritmo della vogata. Resta comunque un saggio accurato, compilato con un rigore scientifico che lo rende accattivante anche agli esperti o appassionati della materia, ben completato da tavole e genealogie dei principali stati turchi (e mongoli), oltre che da un corposo apparato bibliografico. Jean-Paul Roux è autore di molti lavori di successo come “Jésus (1989)” e “Histoire de l'Empire mongol” (1993), oltre che alcune sezioni di una bella “Storia dell'Impero ottomano” curata da Robert Mantran è pubblicata da Argo nel 1999.

I quesiti più comuni sui Turchi partono già dal risvolto di copertina: da dove veniva quel popolo che nel 1453 conquistò Costantinopoli e che per secoli ha fatto tremare l'Occidente? Di quali e di quanti popoli è costruita la loro storia? Cosa hanno a che fare con gli antichi Tabghach che oltrepassarono la Grande Muraglia all'inizio dell'era cristiana? Con gli Uiguri che guardano a Dio dal cuore dei deserti dell'Asia o con i cavalieri dell'Orda d'Oro che incendiano Mosca? Cosa lega questa cultura agli Ottomani che fanno del loro impero la prima potenza del mondo, ai Giannizzeri che assediano Vienna, e soprattutto ai Mogol grandi re dell'Impero delle Indie? Ed è proprio in queste risposte, anzi attraverso queste risposte, che l’autore ci svela che dietro l’immagine ancestrale e paurosa del “turco” delle Crociate si nasconde una storia ai più sconosciuta e che dimostra anche quanto sia grande la nostra ignoranza su questo argomento. Se è vero che la ricchezza e la potenza degli Ottomani è stata grande al pari della loro loro attività commerciale in tutto il mondo, tanto che Costantinopoli censiva tre volte più abitanti di Parigi, è altrettanto vero che i Turchi sono stati molto di più, a partire da una cultura, inizialmente nomade, per arrivare ad una lingua, specifica e originale, che permette loro di distinguersi dagli altri popoli asiatici.

Non è un’operazione semplice presentare a chi legge una tale abbondanza di nomi di popoli e tribù, di uomini che hanno costellato l'Asia, ma anche altri continenti di gesta e di città, che hanno tracciato rotte da Pechino ad Algeri, dal Pacifico al Mediterraneo, attraversando quasi tutto il mondo antico e offrendo alla storia della civiltà umana un contributo fondamentale. Si sente, leggendo questa “Storia dei Turchi. Duemila anni dal Pacifico al Mediterraneo” la competenza e la passione di Jean-Paul Roux per storia, religione, cultura e arte dei turchi dell'Asia superiore e dell’Asia centrale (Toukiue, Hiong-nou, Tabghach, Ouygour). Il libro è anche un viaggio nella geografia del pianeta, una scoperta di paesaggi non solo umani, panorami d’oriente nei quali, come diorama museali, ritroviamo il mondo iraniano e quello arabo con le loro influenze, la conversione all'Islam che ha portato nuovi elementi culturali
e religiosi, contribuendo a creare un’identità nazionale ancora più solida, ma senza ottenebrare nei Turchi la loro effettiva identità. Anche quando, spiega l’autore, i contatti con civiltà differenti hanno certamente influenzato il loro comportamento e la loro comprensione di nuovi mondi, così come accadde con i Ghaznevidi in Afghanistan, con i Selgiuchidi in Asia Minore o, più tardi, con i Moghul (che erano turchi non dimentichiamolo) in India.

Dalla lettura si ottiene una nuova prospettiva, che è poi la forza vera della conoscenza. Si apprende del rapporto tra i popoli cristiani e i popoli musulmani, posti sotto il dominio turco che, seppur non sempre di buon grado, hanno dovuto sottomettersi, ma traendone talvolta reali vantaggi e soprattutto senza essere costretti a perdere la propria identità, la propria lingua, la propria religione, la propria cultura: un aspetto “tollerante” dei Turchi che Roux ci mostra in molte occasioni. Tradizione, lingua e islam diventarono anche un punto di riferimento in molte regioni asiatiche passate sotto il dominio degli zar prima e poi sottoposte all’ideologia comunista dell’Unione Sovietica. Nel libro poi c’è molto altro sino al declino degli Stati Turchi in Asia e in Europa, a vantaggio delle potenze e delle ideologie occidentali.

Una lettura utile che gratifica la mente, sazia la voglia di conoscere e si fa comprendere da tutti.

Pubblicato su: https://www.territoridicarta.com/blog/storia-dei-turchi-duemila-anni-dal-pacific...
https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0/ ( )
  Sagitta61 | Dec 4, 2023 |
La Siberia - lo sciamanesimo tuvascio - l'India - l'assedio di Vienna - Costantinopoli - i Selgiuchidi - gli Jakuti - il Turkestan - Attila - gli Ottomani - il Daghestan - i Moghul - Astrakhan - Buchara - la Grande Muraglia - la dinastia Yuan - Tamerlano - Gengis Khan - Kosovo polje - le steppe - le razzie - la pax mongolica - la tolleranza religiosa - Samarcanda - la Transoxiana cristianizzata - i mitici Khazari - lo Xinjiang - il divan - i caravanserragli - Mustafa Kemal - l'Orda d'Oro - la tartara - lo yoghurt :-) ( )
  downisthenewup | Aug 17, 2017 |
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