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Per decenni la "gente di Capodimonte" è vissuta con la rimozione del ricordo dei 'tempi di guerra e con essi delle uccisioni, delle deportazioni, delle violenze, delle sofferenze e delle miserie che esse hanno portato. Adesso, settant'anni dopo, con la giusta distanza storica da quei drammatici avvenimenti, e senza aspettare la definitiva scomparsa della generazione che ha vissuto quei tempi, è giunto il momento di rimuovere quel velo di autocensura e di pudore. Sconfiggere la reticenza, far parlare il silenzio, che in qualche modo ha contribuito a causare la perdita di memoria storica, è stato uno dei principali obiettivi di questa ricerca. Il lavoro cerca infatti di scoprire il ricordo al di là della dimensione individuale o familiare, per conferirgli finalmente una dimensione pubblica e collettiva, quindi trasmissibile, soprattutto alle nuove generazioni, quasi ad assolvere un piccolo dovere nei confronti della storia. Lo studio fa luce sui tragici eventi che caratterizzarono il quartiere durante le Quattro Giornate di Napoli e che culminarono con la fucilazione di tre':' ùomini ed un ragazzo il 30 settembre 1943 nel Bosco ·di Capodimonte. Qui, infatti, si era stabilito un comando della Wehrmacht, l'esercito tedesco, con centinaia di soldati del reparto esplorante della 3a Divisione di fanteria motorizzata con alcune decine di autoblindo e carri armati Tigre della Divisione Corazzata "Hermann Goring". Lepisodio fu determinato dalla rappresaglia tedesca la mattina del 29 settembre in seguito all' assalto ad un auton1ezzo militare che provocò l'uccisione di un soldato tedesco ed il ferimento di un altro a bordo del veicolo che risaliva la Via di Miano, presso il Regresso di Capodimonte. La ricerca tende quindi a contestualizzare i singoli episodi accaduti dal punto di vista storico generale. Nella ricostruzione dei fatti si è ricorsi alle fonti che si sono puntuali ente incrociate durante tutto il lavoro: la bibliografia, i documenti d'archivio e soprattutto le testimonianze di chi c'era. Naturalmente occorre precisare che i testimoni intervistati erano all'epoca ragazzi o bambini ed hanno narrato quindi un racconto diverso da quello che avrebbe potuto narrare un adulto di allora. In qualche caso ci si è basati su testimonianze indirette, fornite dal racconto che in'passato i genitori, scomparsi, avevano riportato ai figli o ai vicini più giovani. Le testimonianze risultavano a volte framn1entarie e non sempre concordi, ignorando l'una dell' altra avvenimenti accaduti davvero a breve distanza spaziale e temporale. Tuttavia alla luce dei fatti storici e della verifica dei dati cronologici, senza trascurare il livello aneddotico, è stato possibile far confluire tutto in un racconto coerente e unitario.… (más)
 
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BiblioLorenzoLodi | May 21, 2015 |

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