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Ernesto Rossi (1897–1967)

Autor de Il manifesto di Ventotene

37 Obras 168 Miembros 5 Reseñas

Sobre El Autor

Incluye el nombre: Ernesto Rossi

Obras de Ernesto Rossi

Il manifesto di Ventotene (2006) 51 copias
Il Sillabo e dopo (2000) 10 copias
Pagine anticlericali (1996) 9 copias
Una spia del regime (1955) 9 copias
I padroni del vapore (1957) 7 copias
Il Malgoverno 7 copias
Abolire la miseria (2002) 5 copias
Capitalismo inquinato (1993) 3 copias
Aria fritta 3 copias

Etiquetado

Conocimiento común

Fecha de nacimiento
1897-08-25
Fecha de fallecimiento
1967-02-09
Nacionalidad
Italy
Lugar de nacimiento
Caserta, Italy
Lugar de fallecimiento
Rome, Italy
Ocupaciones
journalist
politician
Relaciones
Colorni, Eugenio (colleague)
Organizaciones
Partito d'Azione

Miembros

Reseñas

Io mi sono sentito sempre più europeo che italiano; o meglio, mi sono sentito italiano in quanto questa qualità mi dava il modo di affermarmi come europeo […] Ed ora sempre più sono portato a considerare i diversi problemi con una visuale europea piuttosto che nazionale.
Enrico Rossi in Una storia italiana di G. Fiori


Il Manifesto di Ventotene è uno di quei libri di cui è facile aver sentito parlare, ma che probabilmente solo poche persone hanno poi letto. Un po’ per insofferenza verso la politica, un po’ perché la saggistica viene schifata e un po’ perché l’Unione Europea ha smesso di essere il nostro più grande sogno (politicamente parlando); anzi, l’UE è diventata il comodo capro espiatorio per tutto quello che non va e la mamma alla quale tirare la gonna per avere quattrini e deroghe in caso di emergenza (e in caso di irresponsabilità delle classi politiche nazionali).

Infatti, è tutto fermo: da anni non ci sono cambiamenti significativi verso una maggiore integrazione europea e verso il sogno degli Stati Uniti d’Europa; anzi, nel mentre abbiamo pure perso un pezzo. Come previsto da Spinelli e Rossi, gli Stati nazionali, e tutte le forze conservatrici che traggono la loro forza e il loro potere dal nazionalismo, non hanno alcuna intenzione di cedere sovranità senza colpo ferire e solo un evento traumatico come la Seconda Guerra Mondiale ha reso possibile l’impossibile: pur di non avere di nuovo un nazionalismo fattosi totalitarismo, andava bene anche cedere sovranità.

Ma quella paura con il tempo è andata disperdendosi ed eccoci qua, in quella palude prevista da Spinelli e Rossi qualora avessimo lasciato esaurire quella spinta rivoluzionaria prima di creare gli Stati Uniti d’Europa. Così siamo nella paradossale situazione di non riuscire ad aumentare l’integrazione europea con una struttura politica ed economica già esistente, mentre nel 1957 sono stati firmati i Trattati di Roma tra nazioni che avevano letteralmente tentato di distruggersi l’una con l’altra fino a poco più di dieci anni prima.

Eppure questo sogno così acciaccato ha ancora una potente attrattiva, soprattutto per chi sogna di entrare e per chi, a torto o a ragione, vede nell’Unione Europea un’oasi di pace, democrazia e diritti umani. Noi che ci stiamo dentro sappiamo quanto le cose siano più complicate di così, ma dovremmo ricominciare anche noi a sognare di nuovo gli Stati Uniti d’Europa, perché se è vero che l’UE ha molti difetti, è anche vero che nessunǝ al suo interno pensa di risolvere le dispute e i problemi invadendo un altro Stato membro.

Quindi io vi consiglio davvero tanto la lettura de Il Manifesto di Ventotene: se mai leggerete un libro di politica, fate che sia questo. A dispetto di alcune idee decisamente superate (come alcune uscite sul colonialismo o un generale eurocentrismo), sembra un manifesto scritto ieri. Inoltre, nonostante sia stato redatto per la prima volta mentre infuriava la Seconda Guerra Mondiale, è sorprendentemente concreto: parla di ideali, certo, ma descrivere in maniera puntuale come metterli in pratica e i pericoli di ricadere nei vecchi schemi che lasciavano tutto il potere nelle mani dei singoli Stati nazionali.

È stato tutto un monologo sulla libertà quello che ho iniziato dal memento in cui le porte del carcere si sono chiuse alle mie spalle, un monologo che si è venuto man mano allargando e approfondito. Si è trattato della libertà che mi sono presa di sottoporre a critica il comunismo, della libertà che ha aleggiato nello spirito di tutti i grandi che ho chiamati intorno a me, e che mi hanno tenuto compagnia con i loro libri; della libertà che è svanita in Russia, in Italia, in Germania; della libertà per cui c’è una disperata guerra civile in Spagna; della libertà che mi è stata tolta e che desidero. La conclusione cui non posso sottrarmi è che per nulla al mondo vorrei rinunziare alla mia libertà, se l’ho difesa in me stesso contro i muri di pietre e contro quelli di idee, che mi circondano, se per essa ho accettato di distruggere tanta parte di me, devo volerla anche per il mio prossimo.
Altiero Spinelli in Come ho tentato di diventare saggio.
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lasiepedimore | otra reseña | Oct 29, 2023 |
I Padroni del vapore sono una prima interpretazione storica ed economica dell'avventura fascista e della politica che il fascismo, arrivato al potere, svolse durante il ventennio compreso fra le due guerre mondiali con la collaborazione della Confindustria: esaltazione della iniziativa privata, interessa come -libertà di corsa- de grandi finanzieri; trasferimento del maggior carico delle imposte dai ceti più ricchi a quelli più poveri; superamento della lotta di classe col sindacalismo schiavista; socializzazione delle perdite privatizzazione dei profitti; sbocco assicurato all'estero, con i quattrini dei contribuenti, ai prodotti dell'industria nazionale; difesa del mercato interno da ogni forma di concorrenza delle industrie straniere; formazione dei cartelli e divieto dei nuovi impianti, per rendere più completo e assoluto lo sfruttamento monopolistico dei consumatori da parte dei "grandi baroni".… (más)
 
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BiblioLorenzoLodi | Mar 14, 2016 |
E' questo un libro singolare: un libro che la fantasia di un grande romanziere difficilmente avrebbe potuto immaginare così drammatico e architenonicamente perfetto; ma un libro runo di documenti autentici (lettere, promemoria, appunti, minute, telegrammi, rendiconti), nel loro burocratico ordine ero· nologico, come erano disposti nel fascicolo della polizia politica. Ernesto Rossi -che nel 1946 riuscì a procurarsi questo fascicolo ed ora ne ha curata la pubblicazione - ha aggiunto solo le pagine introduttive, due lettere trovate al di fuori dell'incartamento della polizia, ma che ne formano parte integrante, e le note biografiche e illustrative in appendice. Ne è risultato un quadro vivissimo del "maleodorante retrobottega" della polizia fascista, per molti anni ricattata da uno spregevolissimo figuro, ladro e agente provocatore; del partito fascista, che, pur conoscendone vita e miracoli, gli concesse la tessera di iscrizione retrodatata; della magistrarura che, su pressione del potere esecutivo, disapplicava la legge, compiva falsi in acro pubblico, raggiustava i processi come farse grottesche. Il protagonista del dramma, un intellettuale quattro volte laureato, Carlo Del Re, nel 1929 vendette alla polizia i suoi amici dell'associazione segreta antifascista "Giustizia e Libertà," per coprire un ingente ammanco nell'attivo dei fallimenti di cui era curatore. Il suo tradimento provocò l'arresto di una sessantina di antifascisti, il suicidio in prigione di uno di loro, otto condanne del Tribunale Speciale, lo scompiglio in tutte le file di "Giustizia e Libertà." Dopo l'arresto e il processo dei "giellisti," il Del Re non cessò di avere rapporti con l' Ovra: per oltre dieci anni il suo nome continua a comparire nel carteggio come informatore e come postulante. L'ultima notizia che si trova di lui nel dossier è un appunto del tenente colonnello Kappler, seviziatore di patrioti, carnefice delle Fosse Ardeatine: " Attualmente. " scrive Kappler, il 4 agosto 1944, "presta servizio per la Polizia Germanica di Sicurezza in Italia, in qualità di informatore, dove, in fine dei conti, opera per la causa comune."
Il nome di Del Re comparve poi nell'" elenco dei confidenti dell'Ovra," pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 2 luglio 1946, e infine sì ritrova nella lista degli avvocati e procuratori, regolarmente iscritti nell'albo per la drcoscrizione di Roma, sulla Guida MOnaci 1955."Il protagonisra del dramma," scrive Ernesto Rossi nella presentazione, "si denuda nel carreggio fin degli ultimi stracci, di cui l'educazione e le convenzioni sociali l'avevano rivestito, e si mette nelle pose piu sconce per far meglio ammirare le purulente pustole di cui è ricoperto: mentre reclama il prezzo del tradimento, si indigna contro i compagni fuorusciti che lo hanno denunciato sui giornali, sulla base di semplici indizi, quale spia; mentre trema e non sa piu dove nascondersi per sfuggire alla meritata vendetta, offre i suoi servigi, per sbarazzare il 'regime' dei capi dell'antifascismo residenti all'estero; mentre striscia nella polvere, raccontando le sue disgrazie per ottenere maggiori aiuti, ricatta arrogantemente le persone stesse alle quali si rivolge; mentre fa mostra dei piu nobili sentimenti, inganna la madre, insozza la sposa, tradisce i vecchi amici d'infanzia, protesta perché due 'giellisti' da lui denunciati sono stati prosciolti in istruttoria. Arriva fino a trarre profitto dal suicidio in carcere di uno dei compagni da lui traditi, Umberto Ceva, per chiedere un aumento del compenso; arriva fino a denunciare come antinazionali la suocera e il cognato... "II Del Re è veramente un eroe del nostro tempo."
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BiblioLorenzoLodi | Mar 12, 2015 |
Il manifesto di Ventotene - "I primi anni Quaranta furono un periodo straordinariamente fecondo per la riflessione umana. La tragedia che si stava svolgendo sollecitò alcune grandi figure a una meditazione tanto profonda quanto atroce era la discesa nella barbariecui cercavano di opporsi. Il risultato sono state una serie di opere che, nei diversi campi, hanno posto le basi su cui dopo il 1945 è stato possibile edificare il ritorno alla civiltà. Di questo gruppo di testi il Manifesto di Ventotene, scritto nel 1941 da Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi, intellettuali antifascisti al confino nell'isola di Ventotene, è l'opera fondamentale nel campo della politica e dei rapporti tra Stati, quella che va alla radice della questione della pace e dell'ordine internazionale, vero epicentro della tragedia in corso. Da secoli e ancora oggi l'uomo cerca il fondamento della pace. Nell'epoca contemporanea si è di volta in volta creduto che quel fondamento potesse essere il regime vigente entro gli Stati piuttosto che il regime dei rapporti tra gli Stati. Il Manifesto apre gli occhi su questa illusione e indica la via d'uscita federalista, ponendosi tra l'altro come un testo chiave nel processo di unificazione europea, un vero e proprio classico della letteratura politica del Novecento che ha ancora oggi molto da dire sulle sfide e sui pericoli che incombono". Dalla presentazione di Tommaso Padoa-Schioppa

"Quegli anni in quell'isola sono ancora presenti in me con la pienezza che hanno solo i momenti ed i luoghi nei quali si compie quella misteriosa cosa che i cristiani chiamano l'elezione [...] compresi che fino a quel momento ero stato simile a un feto in formazione, in attesa diessere partorito, che in quegli anni, in quel luogo nacqui una seconda volta, che il mio destino fu allora segnato, che io assentii ad esso e che la mia vera vita, quella che ora sto portando a termine, cominciò". Altiero Spinelli
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BiblioLorenzoLodi | otra reseña | Nov 6, 2014 |

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