Giorgio Andrea Pasqui

[ ... ] Non fu, quella di Chanoux, la militanza di un "intellettuale prestato alla politica": fu piuttosto l' attivismo, appassionato e indomito, di un divulgatore, organizzatore e trascinatore. A partire dalla rete di relazioni già intessute, egli contribuì a fondare e animò organizzazioni che ebbero la capacità di incidere nella realtà storica valdostana sia negli anni del fascismo sia nel periodo resistenziale. Formulò anche, con competenza, una proposta istituzionale coerente e originale, che anticipò i bisogni degli anni e dei decenni successivi, esprimendo congiuntamente l'esigenza di attuare il federalismo interno e continentale - di dare quindi all'Europa un assetto confederale con le più ampie autonomie regionali - di lasciare libero corso alla partecipazione effettiva dei cittadini in ogni decisione d'un certo rilievo, di superare il fallimentare presupposto della sovranità come esclusivo attributo dello Stato nazionale e, infine, di conservare la fisionomia etnica, culturale, linguistica e spirituale dei popoli, compresi i piccoli popoli di montagna. Al notaio Chanoux fu impedito di proseguire la sua battaglia per la costruzione di uno Stato federale, fu impedito di continuare l'impegno per la formazione di "buoni valdostani". Ciononostante, le sue idee gli sopravvissero; e nessuno poté impedire che si diffondessero influenzando in qualche impalpabile misura il corso degli eventi successivi.
Alcune pagine di questo lavoro - specialmente il capitolo Émile Chanoux e la Costituzione e le "Dichiarazioni" in Appendice - mostrano quante (e quanto importanti) indicazioni di Chanoux riaffiorino in svariate decisioni politiche o legislative anche recenti; attestano l'esattezza delle prospettive ideali indicate da Chanoux; rivelano anche, impietosamente, le superficialità, le parzialità e i ritardi con i quali tali prospettive sono state tradotte in disposizioni normative. [ ... ]… (más)