Luca Alessandrini

La guerra civile di Spagna sembra ormai lontana, e un poco come è avvenuto per i reperti di un'altra mostra importante dell'Istituto dei beni culturali: "La menzogna della razza", dedicata alle immagini e ai documenti del razzismo e dell'antisemitismo fascista, anche le fotografie sbiadite dei volontari di Spagna hanno un che di antico, di cose tristi e dolorose. Ma capiamo subito, come accade per il razzismo, che anche la guerra civile ci riguarda ancora e ci interroga.
Un esempio è rappresentato dal saggio di Claudio Pavone che introduce questa categoria come una delle componenti della lotta di liberazione del 1943-45 che i nostri padri hanno sostenuto in Emilia-Romagna e altrove. Alla conclusione di questo secolo, di fronte a nuove ingiustizie e a nuove guerre, forse il compito della ricerca storica e culturale diventa ancor più decisivo per ricostruire un qualche di corso comune. È quanto hanno cercato di fare studiosi e ricercatori convocati dall'lstituto dei beni culturali e dall'Istituto Parri per questa mostra sulle "Immagini nemiche" della guerra civile pagnola. D'altra parte, come scrive Alfonso Botti nelle pagine a seguire, «per crocevia temporale e collocazione geografica, per dimensioni interne e coinvolgimento internazionale, la guerra civile spagnola resterà come guerra civile per antonomasia del XX secolo». E forse per scioglierne i nodi più intricati, conviene proprio partire da questa rappresentazione che mette in scena gli antagonisti più accesi e irriducibili: fascisti e antifascisti, comunisti e libertari, crociati e infedeli. Ciò che pare centrale e più interessante in questo lavoro è l'esame e la rassegna delle interpretazioni visive, artistiche e letterarie - oltreché documentarie e divulgative - di una vicenda che si è di piegata sul piano simbolico come mai prima di allora.… (más)