Fondatrice insieme a Borges e Bioy Casares, suo marito, della famosa "Antologia della letteratura fantastica", Silvina Ocampo ha saputo trasformare, nelle sue opere, il banale e il quotidiano in visione onirica.
"I giorni della notte" racchiudono pagine dense di atmosfere rarefatte, l'amore analizzato da un punto di vista intensamente «femminile». Dell'autrice Italo Calvino disse «La scrittura di Silvina Ocampo è uno specchio che riflette il mondo in immagini doppie e ambigue», riferendosi ai temi dell’incomprensione e della indecifrabilità del cuore. "Tutta la vita è un solo istante” amava sottolineare la scrittrice, dichiarando la propria indifferenza verso il tempo reale.
L'amore, soprattutto, è concepito dalla Ocampo come un'esperienza che prescinde dal presente e dai limiti del terrestre, che non può essere costretta - insomma - alla dimensione temporale del reale. Dell'uomo amato l'io narrante dice "Con lui pure viaggiai fino al cielo sull'altalena, perché l'amore ci riporta all'infanzia." ( )