Un libro complicato, una scrittura "sporca e caotica" avevo detto mentre leggevo la prima parte (quella imperniata sul caso Montesi) tanto più deludente in quanto il prologo, le poche pagine su Piazza Fontana, era strepitoso.
Mi aveva fatto pensare a L.A. Confidential, che non sono riuscita a leggere, e scopro nei ringraziamenti che Ellroy è uno degli autori ai quali Sarasso esplicitamente si ispira. Adesso credo che colmerò anche quella lacuna.
Diciamo che se fossi una pennacchiana pura l'avrei abbandonato per sempre. Ma mi pare che anche Pennac dica che a volte un libro deve aspettare il suo momento. Questo lo ha trovato, e ne è valsa la pena. Forse, sarebbe il caso di tornarci su e riflettere sulle varie parti: ho l'impressione che la scrittura (sporca e caotica, certamente, ma che alla fine paga) sia anche diseguale, e le parti di invenzione quasi pura - sia pure sul filo dei fattacci italiani noti - siano meglio riuscite delle parti in cui la narrazione ricalca faticosamente la cronaca.
Ma si raccomanda, a chi regga una storia nerissima, e per buon parte raccontata dal punto di vista di un'anima che più nera non si può: tra l'altro l'invenzione ruota attorno a un catalogo di eventi veri e provati, che val la pena di scoprire o ripassare, visto che questo è il paese in cui ci tocca vivere.

p.s. visto che di mio non mi ha mai convinto l'idea dell'Editore bombarolo in proprio, avrei preferito una diversa ipotesi, ma non si può chiedere tutto, non è vero?