3.5

Suitably mad in Otomo's own way and sometimes absurdly dark. It doesn't give you a lot of answers and you kinda just have to go with it. Probably inferior to Akira on pretty much every level, but still a solid bit of entertainment and a blast to read. It does rather feel like Act 1 and 3 stitched together though; the pieces are set up and then they're blown up. The second half of the story is just utter madness and exhausting in a way that I couldn't help but laugh. It very much feels a like a precursor to Akira, a series of ideas that Otomo would later perfect. ( )

Otomo atesta, nesse quadrinho de horror, como os grandes complexos habitacionais de estilo modernistas deram errado e que não seria diferente no Japão. Em Domu, a área se torna evidentemente problemática por mortes violentas inexplicadas, com uma simplicidade brutal que o autor associa ao infantil, quando ligado ao sobrenatural. ( )

So this is really good. It's horrifically bloody and violent and involves children but anyone who likes Otomo's work and wants to trace a direct line between the beginning of his career and the work that would eventually define him, Akira, this is the book to read. You can really see a lot of the trademark ideas and styles that will be a part of or will be expanded upon in Akira. Also the art is so technically and visually amazing. Stumbles a bit at the beginning but once the major players meet, it's a real force. ( )

This is definitely a very clear precursor to Akira, and for someone looking for a more contained example of Otomo's work, this is definitely worth giving a read. ( )

Otomo è uno dei grandi protagonisti della rinascita del fumetto giapponese, un autore che è andato oltre la forza commerciale dei manga e che con il suo lavoro è riuscito a dare una ribalta internazionale alla cultura nipponica delle bandéé desinéé. Dopo Akira, la sua opera più importante, Domu, sogni di bambini è il lavoro più conosciuto di Otomo. In un enorme grattacielo posto al confine di una grande metropoli giapponese si succedono una serie di suicidi di cui non si capisce l’origine. La polizia indaga, come nei migliori gialli, ma, e come spesso accade e come sempre si dice, brancola nel buio. Ad un certo punto entrano in scena una serie di personaggi che rimescolano le carte e trasformano il giallo in una sorta di romanzo. L’ampiezza del disegno e lo stile rendono la lettura estremamente semplice, anche se personalmente non prediligo il fumetto giapponese.

Recensione del 14 settembre 2007
Probabilmente è un gran bel fumetto. Storia simpatica e disegni ad alto livello. Ma subentra il fatto che lo leggo io. Che amo Tex con le montagne di patatine che sommergono enormi bistecche. E Ken Parker, con le loro pistole. O Julia. O l’Eternauta, il cosacco. Dove le storie sono vere vere. E soffro la parola manga. E questo è un fumetto giapponese (anche se europeizzato, tanto che da quello che ho letto ha aperto la strada ai manga). Ed è fantasy; non troppo, ma lo è. Il titolo e l’introduzione sono splendidi. Ma poi al storia si contorce su fatti strani che mi sono estranei: scusa il gioco di parole. Leggibile lo è; ma non è il mio genere. Decisamente. ( )