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Cargando... Tale e quale (edición 2001)por Luciano de Crescenzo
Información de la obraTale e quale por Luciano De Crescenzo
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Google Books — Cargando... GénerosSistema Decimal Melvil (DDC)853.914Literature Italian and related languages Italian fiction 1900- 20th Century 1945-1999Clasificación de la Biblioteca del CongresoValoraciónPromedio:
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A Roma, nella casa dove vive da anni, Luciano De Crescenzo scopre, dietro una libreria, una porta bianca e screpolata di cui ignorava l'esistenza. Incuriosito, la abbatte e si trova in una stanza di venti metri quadrati, arredata con un lettino, un tavolo, quattro sedie e un armadio. Là prende l'abitudine di rintanarsi ogni volta che desidera rimanere solo; rimugina, almanacca, ragiona tra sé, e qualche volta legge; finché una sera si accorge di un fenomeno inatteso: in quella stanza il Tempo non passa. La cosa è strana; ma, a pensarci bene, non è almeno altrettanto strano quello che accade nel mondo a noi familiare - e cioè, che il Tempo passi? Se ci si è abituati a una situazione, ci si può abituare anche all'altra; e così Luciano De Crescenze varca la soglia del mondo fantastico che gli si spalanca davanti, senza niente perdere della sua curiosità e della sua ironia; e non lo stupisce oltremisura neppure l'apparizione di Talee-quale, suo doppio, o suo sosia, misteriosamente filtrato da un Universo Parallelo.
Se, tutti insieme, i libri di De Crescenze possono essere considerati un "dialogo filosofico" ramificato e ininterrotto, che ha luogo quasi sempre all'aperto, per le strade, i fori e le agorà di una città del Sud, in Tale e quale gli interlocutori sono solo due - il protagonista e il suo Alter Ego -, e la loro lunga conversazione si conclude, nelle ultime pagine, con una sorta di "viaggio agli inferi", nel ventre di una Napoli underground. Siamo davanti a un dialogo dell'autore con se stesso, che è anche un viaggio tra le ombre; ed è straordinario come neanche in questa discesa, o "catabasi" come dicevano i greci. De Crescenzo smarrisca la sua grazia aerea, l'affabilità e quel sorridente amore per la vita che, riverberandosi da libro a libro, l'ha fatto amare, negli anni, da un così gran numero di lettori.
Se i libri di De Crescenzo, nel loro insieme, si possono considerare un “dialogo filosofico” ramificato e ininterrotto, che ha luogo quasi sempre all’aperto, per le strade, i fori e le agorà di una città del Sud, questa volta gli interlocutori sono solo due – il protagonista e il suo Alter Ego, e la loro lunga conversazione si conclude, nelle ultime pagine, con una sorta di “viaggio agli inferi”, nel ventre di una Napoli underground. Siamo davanti a un dialogo dell’autore con se stesso, che è anche un viaggio tra le ombre; ed è straordinario come neppure in questa discesa, o “catabasi”, come dicevano i greci, De Crescenzo smarrisca la sua grazia aerea, l’affabilità e quel sorridente amore della vita che, riverberandosi da libro a libro, l’ha fatto amare, negli anni, da un così gran numero di lettori. Ci troviamo a Roma, nella casa dove De Crescenzo vive da anni. Dietro una libreria, scopre una porta bianca e screpolata, di cui ignorava l’esistenza. Incuriosito, la abbatte e si trova in una stanza di venti metri quadrati, arredata con un lettino, un tavolo, quattro sedie e un armadio. Qui prende l’abitudine di rintanarsi ogni volta che desidera rimanere solo; rimugina, almanacca, ragiona tra sé, e qualche volta legge; finché una sera si accorge di un fenomeno inatteso: in quella stanza il Tempo non passa. La cosa è strana; ma, a pensarci bene, non è almeno altrettanto strano quello che accade nel mondo a noi familiare, e cioè, che il Tempo passi? Se ci si è abituati a una situazione, ci si può abituare anche all’altra; e così Luciano De Crescenzo varca la soglia del mondo fantastico che gli si spalanca davanti, senza perdere niente della sua curiosità e della sua ironia; e non lo stupisce neppure l’apparizione di Taleequale, il suo doppio, o il suo sosia, misteriosamente filtrato da un Universo Parallelo.