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De la estupidez a la locura: Crónicas para…
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De la estupidez a la locura: Crónicas para el futuro que nos espera / From Stupi dity to Insanity: Cronicas para el futuro que nos espera (2016 original; edición 2018)

por Umberto Eco (Autor)

MiembrosReseñasPopularidadValoración promediaMenciones
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"Cuando yo era joven, habâia una diferencia importante entre ser famosos y estar en boca de todos. La mayorâia querâian ser famosos por ser el mejor deportista o la mejor bailarina, pero a nadie le gustaba estar en boca de todos por ser el cornudo del pueblo o una puta de poca monta... en el futuro esta diferencia ya no existirâa: con tal de que alguien nos mire y hable de nosotros, estaremos dispuestos a todo". Estas palabras son un buen ejemplo de lo que nos ofrece De la estupidez a la locura, una serie de artâiculos que Umberto Eco publicâo en prensa a lo largo de quince aänos y seleccionâo personalmente poco antes de dejarnos. Por estas piezas se pasean hombres y mujeres de relevancia internacional, pero tambiâen algunos de los personajes de ficciâon mâas amados por Eco, como James Bond o los protagonistas de algunos de sus câomics favoritos. Y vuelve, como siempre, la nostalgia por el pasado perdido, la reflexiâon irâonica sobre el poder y sus instrumentos, y la crâitica a un consumismo que nos deja llenos de objetos y vacâios de ideas. Genio, sabidurâia y sentido del humor: de todo hay en este libro, una despedida digna de un gran maestro. (casadellibro.com)… (más)
Miembro:labirinto
Título:De la estupidez a la locura: Crónicas para el futuro que nos espera / From Stupi dity to Insanity: Cronicas para el futuro que nos espera
Autores:Umberto Eco (Autor)
Información:Debolsillo (2018), 504 pages
Colecciones:Tu biblioteca
Valoración:
Etiquetas:essay

Información de la obra

De la estupidez a la locura por Umberto Eco (2016)

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Pape Sàtan Aleppe è la selezione di alcuni articoli pubblicati sul settimanale L’Espresso tra il 2000 e il 2015. La rubrica, affidata ad Umberto Eco, aveva come titolo Le bustine di Minerva, e perciò ogni articolo costituiva una bustina. Il nome della rubrica si riferiva alla confezione dei fiammiferi Minerva che, all’interno, hanno uno spazio bianco sufficiente per qualche breve annotazione. Sono note su fatti di attualità, cronaca e costume. Brevi articoli, osservazioni su fenomeni della società che offrono al lettore momenti di riflessione profonda.
  kikka62 | Feb 12, 2020 |
"O último livro escrito por Umberto Eco Crises ideológicas, econômicas e políticas, individualismo desenfreado e uma relação simbiótica com nossos celulares são alguns dos elementos que compõem o ambiente em que vivemos: o de uma sociedade líquida, onde nada parece fazer sentido ou ter sequer algum significado. Neste que é seu derradeiro livro, a fim de tornar mais fácil a compreensão de nossa sociedade desnorteada, Umberto Eco nos presenteia com uma coleção de ensaios sobre tudo: de Harry Potter ao 11 de Setembro, passando pelo Twitter, os templários e questões de caligrafia. "Pape Satàn, pape Satàn aleppe", disse Plutão no Inferno de Dante, com espanto, tristeza, ameaça ou talvez ironia. O significado do verso, ainda um mistério para nós, líquido demais, é perfeito, portanto, para caracterizar a confusão de nosso tempo e intitular esta obra." ( )
  JG_Saez | Jan 28, 2018 |
Il libro cartaceo scomparirà? Una domanda che molti si pongono e non sanno dare una risposta. Altri, invece, sono certi che non scomparirà. Altri, ancora, ritengono che a scomparire sarà il libro digitale o elettronico che sia.

Uno di questi ultimi a pensare così è scomparso di recente. Mi riferisco a Umberto Eco. Qui di seguito troverete cosa scrisse in una delle sue famose "bustine di Minerva".

Ho riletto questa sua "epocale", si fa per dire, intuizione, sia detto senza ironia. Lo studioso Umberto Eco resta una importante figura della cultura italiana del ventesimo secolo, ma non di questo terzo millennio, a mio modesto parere.

La storia dirà cosa rimarrà di quello che ha detto e scritto Umberto Eco. Ho ricevuto da Amazon il suo ultimo libro pubblicato dalla nuova casa editrice "La nave di Teseo" e ho riletto in digitale le sue considerazioni pubblicate nel corso del tempo. Eco ha scritto:

"I libri da leggere non potranno essere sostituiti da alcun aggeggio elettronico. Sono fatti per essere presi in mano, anche a letto, anche in banca, anche là dove non ci sono spine elettriche, anche dove e quando qualsiasi batteria si è scaricata, possono essere sottolineati, sopportano orecchie e segnalibri, possono essere lasciati cadere per terra o abbandonati aperti sul petto o sulle ginocchia quando ci prende il sonno, stanno in tasca, si sciupano, ci ricordano che non li abbiamo ancora letti, si leggono tenendo la testa come vogliamo noi, senza imporci la lettura fissa e tesa dello schermo di un computer, amichevolissimo in tutto salvo che per la cervicale. Il libro da leggere appartiene a quei miracoli di una tecnologia eterna di cui fan parte la ruota, il coltello, il cucchiaio, il martello, la pentola, la bicicletta".

Non è possibile risalire alla data precisa quando il grande semiologo ha scritto questa "bustina". Di certo l'avrà scritta più di una decina di anni or sono, quando non era ancora successo tutto quanto è accaduto, non solo nel campo dell'editoria, ma anche in quello più ampio ed allargato della Comunicazione, con la maiuscola.

Io, nel mio piccolo, imparai a conoscerla e studiarla verso la metà degli anni ottanta del secolo e del millennio trascorsi. In una delle tante "Summer School" che ho avuto la fortuna ed il piacere di frequentare d'estate in Inghilterra, all'università di Loughborough, che allora si chiamava "Loughborough University of Technology". Da quelle parti appresi per la prima volta il termine IT, vale a dire "Information Technology".

Le Tecnologie dell'Informazione e della Comunicazione, in acronimo TIC (in inglese "Information and Communications Technology", in acronimo ICT), sono l'insieme dei metodi e delle tecnologie che realizzano i sistemi di trasmissione, ricezione ed elaborazione di informazioni, tecnologie digitali comprese.

Se Eco fosse stato più prudente e meno accademico, come lui era, avrebbe potuto prevedere quello che in questo importante, variegato e complesso settore della conoscenza umana, sono sicuro non avrebbe scritto quello che avete letto. C'è chi porta avanti queste sue parole e le usa per provare e dimostrare a chi chiaramente non è informato in maniera corretta e documentata quanto lo studioso bolognese, con grande leggerezza, ha lasciato dietro di sé.

Non ci si rende conto che ormai viviamo sotto cieli digitali e che i cieli cartacei fanno parte del passato. Non voglio tediare chi legge con approfondimenti tecnici per dimostrare quanto sia sbagliato credere che il libro cartaceo sia destinato a scomparire, alla stessa maniera di quanto sia altrettanto errato scrivere che il libro digitale prenderà il sopravvento.

Ho già avuto modo di scrivere, anche su questo blog, che i due tipi di "libri" sono destinati a procedere insieme, in parallelo. Il libro cartaceo sopravviverà assumendo forme diverse. Libri molto economici e libri di grande lusso e pregio. I primi sono quelli da leggere in spiaggia, in metropolitana o in ambienti dove magari non si vuole portare con sé un iPad. Volumi con pagine che si possono sottolineare o piegare.

I secondi, invece, sono oggetti preziosi, da custodire con cura. Il libro cartaceo comune in molti casi è già scomparso e si può consultare via web. Ad esempio, se fino a qualche anno fa nello studio di un avvocato gli scaffali erano pieni di pubblicazioni che riportavano tutte le leggi, oggi ci sono database con tutte le informazioni a portata di mano. Analogamente, le enciclopedie non hanno più molta ragion d’essere: su internet si possono trovare tutti i contenuti possibili, senza dover prendere dallo scaffale un volume pesante da portare sulla scrivania.

Qualcuno sarà pronto a dire che questo non è un fatto positivo. Io, da figlio di tipografo-stampatore post gutenbeghiano, mi sento di affermare che l'evoluzione è inevitabile: la storia prosegue e, come il libro a stampa ha sostituito il manoscritto, così l’e-book subentrerà a quello cartaceo.

Personalmente, preferisco l’e-book, perchè posso leggerlo con meno fatica, potendo ingrandire i caratteri. Occorre però distinguere tra il libro elettronico che riproduce sul monitor pagine stampate, che si leggono dall’inizio alla fine, e l’informazione elettronica che adopera l’ipertesto, con continui rinvii ad altre informazioni.

Questo cambia il nostro modo di fruire la cultura: l’aspetto positivo è che attraverso i link, i collegamenti interni ed esterni, in audio e video, possiamo acquisire ulteriori informazioni su un elemento di nostro interesse, in modo concatenato e degerarchizzato, mentre quello negativo è che possono comparire informazioni non richieste, diverse da quelle che si cercano.

Come sempre è un fenomeno che bisogna governare senza diventare schiavi del mezzo. I vantaggi della comunicazione digitale sono non solo impareggiabili ma inarrestabili. Il meglio, non il peggio, a mio parere, deve ancora arrivare. Umberto Eco, pur essendo un vero genio della parola, è rimasto un accademico. Con tutti i suoi limiti e i suoi pregi. https://goo.gl/A9NnNv ( )
  AntonioGallo | Nov 2, 2017 |
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