Questo racconto si fa leggere, mi è sembrato credibile nel raccontare come vede se stesso e il suo mondo un omarino da nulla, un fallito in tutto, perfino nella carriera criminale. Potremmo trovare meccanicistiche certe implicazioni, ma a me è suonata autentica la fascinazione per la bellezza e per il povero mistero che per un momento breve gli regala una parvenza di vita. Quanto al ragazzo Andrea, è un personaggio struggente, forse la cosa migliore del racconto.

Una storia dai contorni grigi, grigia come l'asfalto dell'autostrada A4. Direzione: Torino. E nera, nera come la notte in cui l'angelo e il demone si sono incontrati per la prima volta in un Autogrill, tra Novara e Vercelli. Una notte di nebbia tra i casolari della pianura padana: è la stessa nebbia che avvolge la vita Piero, il demone, un uomo maturo, rapinatore di professione. Tra una rapina e un'altra vive una vita vuota, è un fallito: è sposato, ma l'amore se mai c'è stato è da tempo finito. Con lei è rimasto solo il gelo, e nessun figlio a scaldargli l'animo. In autogrill incontra Andrea, l'angelo, un adolescente dai tratti oscuri e dal carattere difficile, il figlio che non ha mai avuto. Nasce così il legame tra i due, ambiguo e difficile proprio come quello tra un angelo e un demone, fatto di affetto, diffidenza e tradimenti che porterà Pietro ancora una volta al fallimento. ( )