Reseñas
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Il tono è troppo spesso lirico, compiaciuto nelle immagini poetiche che crea, a volte romanza l'evento lasciando indietro lo sguardo obbiettivo della ricostruzione storica. Sopratutto all'inizio insiste nel ripetere concetti e immagini, saltellando qua e là sulla linea cronologica, pur di poterli riproporre.
Lo spunto, è manifesto, nasce dal testo della canzone di De Gregori; ma invece di distaccarsene al momento opportuno, Ventura ne resta soggiogato e insegue un parallelo Pollastro-Girardengo anche quando questo palesemente non c'è. E lo fa così tante volte, in modo così scoperto, che me ne'ero stufata già dopo i primi capitoli.
Per finire, nonostante ci sia il doveroso apparato bibliografico, non ci sono delle note nel testo per richiamare puntualmente - in modo secondo me doveroso per una biografia o comunque per un testo di storia - la fonte a cui si fa riferimento.½