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Créditos de la imagen: Cesare Merlini. Photo courtesy Chatham House.

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A cavallo fra il 1956 e il 1957, tre «saggi» pronosticarono che, a meno di un grande sforzo nel settore dell'energia nucleare, l'Europa si sarebbe trovata in uno stato di grave dipendenza energetica dall'esterno, con I'aggravante della sorgente dominante (petrolio) c e della provenienza politicamente aleatoria (Medio Oriente). Tale sforzo avrebbe dovuto consistere in un massiccio intervento pubblico di sviluppo e di promozione industriale capace di garantire una relativa autonomia energetica. La «buona volontà» non è mancata se si considera il fatto che I'Europa nel suo complesso spende per la ricerca «energetlca» 1.800 milioni di dollari, cloè come gli Stati uniti, soltanto che invece di spenderli coerentemente e unitariamente, Ii ripartisce e parzialmente Ii disperde negli sforzi nazionali, indipendenti e scoordinati. II risultato è che al termine del 1973 la prevista dipendenza energetica dell'Europa dall'esterno si è drammaticamente aggravata e se si guarda più attentamente si scopre che questa dipendenza non riguarda solo il settore energetico. Eppure non sono mancati in questi diciotto anni momenti di entusiasmo per la ricerca: rlcordiamo tutti Ie discussioni, intorno al «Le défi arnericain» di Servain Schreiber, sulla dipendenza o meno dal capitale americano. Non è mancato nello stesso tempo un dibattito serrato sui rapporti fra scienza, sviluppo ed ecologia. In questo intervallo, che ha visto entusiasmo tecnologico e processo alla tecnologia, si è realizzata in diverse forme una cooperazione fra paesi europei relativamente vasta e importante, il cui bilancio è tuttavia disastroso. lIIustrare quello che è successo e tentare di identificarne Ie cause è I'obiettivo dell'indagine promossa dall'lstituto affari internazionali, verificata «nel mezzo del cammin» in un convegno internazionale, e ora riassunta in questo volume.… (más)
 
Denunciada
BiblioLorenzoLodi | Mar 14, 2017 |
II Mediterraneo occupa spesso Ie prime pagine dei giornali, ed è oggetto di importanti discorsi politici, ma raramente è possiblle comprendere esattamente di cosa si parla. L'area mediterranea è estremamente composita. Non solo esistono numerose divisioni politiche (paesi atlantici e non allineati, filo-arabi e filo-israeliani, democratici
e totalitari, ecc.) , economiche (sviluppati e sottosviluppati, con e senza il petrolio, con e senza sufficiente mana d'opera, eccetera), socio-culturali (islamici e cattolici, slavi e latini, islamici arabi e non-arabi, eurocentrici e mediterraneocentrici, ecc.), ma raramente queste suddivisioni coincidono tra loro: coslcchè può ben essere che un paese europeo della Nato sia anche un paese sottosviluppato, che un paese arabo non abbia il petrolio, o che, se lo ha, non abbia una sufficiente popolazione per assicurarsi iI suo sviluppo. II Mediterraneo è un mare di crisi: si parla di «vuoto di potere», ma in realtà si assiste all'intersecarsi di una moltitudine di poteri diversi, che Ie molte nazioni di quest'area, alcune antiche, altre nuove, spesso di incerta legittimità, non controllano pienamente. L'intervento massiccio, politico, militare ed economico di grandi potenze esterne all'area aumenta la confusione del quadro generaIe, e se anche talvolta serve a «congelare» gli improvvisi e violenti conflitti nazionalistici dei popoli mediterranei, non ha però la capacità di andare più a fondo e di «sciogliere» la crisi stessa. Questo manuale segue di sette anni il primo manuale edito dall'lAI, con questo stesso titolo. Rispetto ad allora esso è certo molto più completo, ricco di dati e povero di errori. In questi due volumi cerchiamo di sintetizzare prima una serie di dati economico-strutturali (risorse, mano d'opera, migrazioni, ecc.); diamo quindi una dettagliata descrizione delle forze militari, delle alleanze, degli schieramenti;
forniamo infine una serie di schede ragionate sulle «crisi» principali: i palestinesi, i rapporti interarabi, il Golfo, Cipro, i Balcani ecc. Nel secondo volume forniamo schede comprensive dei problemi di sviluppo economico delle zone e dei paesi del Mediterraneo, e della politica seguita verso quest'area dai principali attori esterni: Usa, Urss, Cina, Giappone, Cee, imprese multinazionali.
… (más)
 
Denunciada
BiblioLorenzoLodi | Mar 9, 2017 |
II Mediterraneo occupa spesso Ie prime pagine dei giornali, ed e oggetto di importanti discorsi politici, ma raramente è possibile comprendere esattamente di cosa si parla. L'area mediterranea è estremamente composita. Non solo esistono numerose divisioni politiche (paesi atlantici e non allineati, filo-arabi e filo-israeliani, democratici
e totalitari, ecc.), economiche (sviluppati e sottosviluppati,con e senza iI petrolio, con e senza sufficiente mano d'opera, eccetera), socio-culturali (islamici e cattolici, slavi e latini, islamici arabi e non-arabi, eurocentrici e mediterraneocentrici, ecc.), rna raramente queste suddivisioni coincidono tra loro: cosicchè può ben essere che un paese europeo della Nato sia anche un paese sottosviluppato, che un paese arabo non abbia iI petrolio, o che, se lo ha, non abbia una sufficiente popolazione per assicurarsi il suo sviluppo. Il Mediterraneo è un mare di crisi: si parla di "vuoto di potere", ma in reaItà si assiste al 'intersecarsi di una moltitudine di poterl diversi, che Ie molte nazioni di quest'area, alcune antiche, altre nuove, spesso di incerta legittimità. non controllano pienamente. L'intervento massiccio, politico, militare ed economico di grandl potenze esterne all 'area aumenta la confusione del quadro generaIe, e se anche talvolta serve a "congelare" gli improvvisi e vlolenti conflitti nazionalistici dei popoli mediterranei, non ha però la capacità di andare più a fondo e di "sciogliere" la crisl stessa. Questo manuale segue di sette anni il primo manuale edito dall'IAl, con questo stesso titolo. Rispetto ad allora esso è certo molto più completo, ricco di dati e povero di errori. In questi due volumi cerchiamo di sintetizzare prima una serie di dati economico-strutturali (risorse, mano d'opera, migrazioni, ecc.); diamo qulndl una dettagliata descrizione delle forze militari, delle alleanze, degli schieramenti;
forniamo infine una serie di schede ragionate sulle "crisi" principali:i palestinesi, i rapporti interarabi, il Golfo, Cipro, i Balcani ecc. Nel secondo volume forniamo schede comprensive del problemi di sviluppo economico delle zone e dei paesi del Medlterraneo, e della politica seguita verso quest'area dai principali attori esternl: Usa, Urss, Cina, Glappone, Cee, imprese multinazionali.
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Denunciada
BiblioLorenzoLodi | Mar 7, 2017 |

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