Eberhard Horst (1924–2012)

La biografia di Federico II di Svevia di Eberhard Horst è interessante ed anche appassionante. Attraverso la ricostruzione della vita dell’ultimo degli Hohenstaufen in Italia, si evince la figura dell’uomo che accompagnò ai successi militari quell’amore per la cultura che lo ha consegnato alla gloria della storia. Un primo approccio al metodo scientifico, con il trattato sulla falconeria, la progettazione di un sistema di istruzione, culminato con la fondazione dell’Università che ancora porta il suo nome, le riforme sociali denotano una visione moderna del tutto estranea alla cultura del tredicesimo secolo. E anche la contrapposizione con i diversi papi che si sono succeduti nel corso degli anni, ad opera di un ragazzo giovane, testimonia la convinzione con cui Federico II governava e decideva. Le sue crociate non furono guerre sante, ma tentativi di riconquistare al cristianesimo luoghi sacri con la mediazione, con la politica, attraverso il dialogo con i sultani e riconoscendo il valore della cultura islamica. Lucera, città pugliese alla quale Federico II riconobbe non solo la piena libertà di culto ai musulmani, ma anche la possibilità di esprimere in pieno la propria cultura, con l’artigianato e le tecniche arabe, è un esempio di integrazione culturale che meriterebbe, oggi, di essere studiata. Il bel libro di Horst dimostra che non sono i popoli che fanno la storia, perché così non è. Sono gli uomini illuminati che modificano il corso degli eventi in quanto anticipano i tempi. E Federico II è stato uno di questi uomini.… (más)