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Reseñas

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lulusantiago | Mar 11, 2023 |
 
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lulusantiago | Mar 11, 2023 |
 
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lulusantiago | Mar 11, 2023 |
Diciamo che questo libretto dovrebbe spiegare come Tito Faraci pensa il "suo" Topolino. È chiaro che ogni sceneggiatore - come anche ogni disegnatore - vede il personaggio in un certo modo, per quanto costretto nelle gabbie dei "controllori" Disney. (Poi anche Faraci è della scuola secondo cui i vincoli aiutano la creatività, con l'aggiunta che dal suo punto di vista è anche possibile prendersi libertà che un fumetto standard non prevede affatto: insomma le cose sono più complicate di quanto potrebbe sembrare a prima vista). Immagino che la collana di ADD in cui il libro era stato pubblicato nel 2016 fosse per così dire leggerina, ma mi ha lasciato un po' perplesso la troppa leggerezza del testo, specificata sin dall'inizio. Ci sono spunti interessanti, ma sono davvero sparsi qua e là.
 
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.mau. | Sep 16, 2021 |
In un elegante cofanetto una bella idea della Bonelli; affidare a 12 autori di fama, anzi tredici con due che più di fama non si può, Alfredo Castelli e Tiziano Sclavi, 34 pagine di Groucho; albi singoli, di facile leggibilità che hanno anche la capacità di rendere a Groucho il posto che merita all’interno del condominio di Craven Road, n. 7. Relegato, quindi, Dylan Dog al ruolo di comprimario vengono anche evidenziati i limiti dell’eroe con la camicia rossa. Dicevamo vari autori; ma che autori: vado in ordine di albo: Zerocalcare; Maicol e Mirco; Luca Enoch; Riccardo Torti; Tito Faraci e Silvia Ziche; Sio; Giacomo Bevilacqua; Francesco Artibani e Giorgio Cavazzano; Paola Barbato e Luigi Piccato; Marco Bucci e Jacopo Carnagni; Daw; Marco e Giulio Rincione; come detto Tiziano Sclavi e Alfredo Castelli. Ogni autore viene introdotto da una breve e sempre ironica scheda di Roberto Recchioni, l’attuale curatore di Dylan Dog. Un lavoro collettivo intelligente che va nel solco della nuova strada tracciata dalla casa editrice di Via Buonarroti. Chiaramente qualche albo piace di più, qualche albo di meno, ma, per fortuna, i gusti sono soggettivi.
 
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grandeghi | Feb 5, 2019 |
Altro horror di Tito Faraci autore a me sconosciuto. Molto bello e avvincente storia non troppo originale ma che si legge tutta d'un fiato. Come al solito essendo un horror, genere amato da poche persone, lo consiglio solo agli estimatori del genere.
 
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Angela.Me | Jun 10, 2017 |
Un romanzo breve, scritto veramente bene. La storia non è molto corposa data la lunghezza del libro ma i personaggi sono veramente ottimi. Consigliato a chi vuole un paio d'ore di relax.
 
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Angela.Me | Jun 10, 2017 |
Un horror molto breve ma veramente intenso. La storia non è molto orginale ma è scritto benissimo e mai noioso. Consigliato solo agli amanti dell'horror
 
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Angela.Me | Jun 10, 2017 |
“Perché uno dovrebbe essere artefice del proprio futuro, quando è così comodo inventarsi un passato?”

Non volevo commentarlo, questo delizioso racconto di Tito Faraci, uno dei migliori sceneggiatori italiani di storie a fumetti, collaboratore fisso di case editrici tra le più importanti in questo campo.
Questo racconto, oltre che far scoprire la grande passione per la musica dell’autore, rappresenta un ottimo esercizio di virtuosismo narrativo al di fuori della scena a lui più congeniale dei fumetti.
Ottima storia, costruita bene, godibilissima: bilanci, ricordi, delusioni e la ricerca di qualcosa che possa dare un senso a tutto ciò che è passato, come, per esempio, una reunion della vecchia band per un ultimo scoppiettante concerto che, chissà, potrebbe pure funzionare e alleviare qualche vecchia amarezza…
Ma… io questo racconto non volevo comunque commentarlo, mi ha fregato la citazione del titolo…
 
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barocco | Jun 5, 2017 |
Il risultato del lavoro di Faraci e Diso è un ‘Romanzo a fumetti’ Bonelli pieno di azione e morti ammazzati in cui non si riesce a stabilire se sia più feroce la guerra tra bande mafiose che si svolge negli Stati Uniti o il secondo conflitto mondiale che risale l’Italia. Non ci sono personaggi sfaccettati o finezze psicologiche, ma la loro presenza non sarebbe in ogni caso funzionale alla riuscita di una storia che mantiene ben desta l’attenzione del lettore, alternando e intrecciando con abilità la narrazione di qua e di là dall’Oceano, con un protagonista la cui evoluzione ha più di un debito con Michael Corleone. Delle due parti, quella che narra le traversie di un piccolo plotone dell’esercito statunitense funziona meglio, esaltata da un disegno dinamico che può ricordare la vecchia Supereroica: il lato gangsteristico, invece, risente qualche volta di scelte narrative un po’ scontate. Anche la conclusione può rientrare in quest’ultima categoria, ma è riscattato da un pessimismo dal quale nessun personaggio si salva, tanto che non si può certo parlare di lieto fine. Oltre ad essere una buona storia raccontata con la giusta dose di energia, queste trecento pagine hanno il merito di accendere i riflettori su una pagina dimenticata della Seconda Guerra Mondiale, quella riguardante l’assedio di Montecassino: a causa di una serie di marchiani errori di valutazione (a essere buoni) dei comandi alleati il tributo di sangue fu spaventoso sia tra gli assalitori, sia tra la popolazione civile, senza contare l’inutile distruzione della millenaria abbazia.
 
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catcarlo | Oct 20, 2016 |
 
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lulusantiago | Mar 11, 2023 |
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