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Totò (1898–1967)

Autor de 'A livella

10+ Obras 145 Miembros 1 Reseña

Sobre El Autor

Incluye el nombre: Antonio De Curtis Totò

También incluye: Totò (1), Totò (2)

Créditos de la imagen: wikimedia.org

Obras de Totò

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Etiquetado

Conocimiento común

Nombre canónico
Totò
Fecha de nacimiento
1898-02-15
Fecha de fallecimiento
1967-04-15
Género
male
Nacionalidad
Italy
Lugar de nacimiento
Naples, Italy
Lugar de fallecimiento
Rome, Italy
Ocupaciones
actor
Relaciones
de Curtis, Liliana (daughter)
Faldini, Franca (wife)

Miembros

Reseñas

Nato il 15 febbraio 1898 a Napoli, ricorre l'anniversario della nascita di Totò, pseudonimo di Antonio Griffo Focas Flavio Angelo Ducas Comneno Porfirogenito Gagliardi de Curtis di Bisanzio (brevemente Antonio de Curtis; Napoli, 15 febbraio 1898 – Roma, 15 aprile 1967). Fin da giovane, Totò mostrò un talento naturale per l'arte e l'intrattenimento. Iniziò a lavorare come cantante e comico nei teatri di varietà, sviluppando uno stile comico unico e riconoscibile. Divenne noto per il suo uso del dialetto napoletano e per la sua abilità nel creare personaggi eccentrici e irresistibili.

La svolta nella carriera di Totò arrivò negli anni '30, quando iniziò a lavorare nel cinema. Apparve in oltre 100 film, diventando uno degli attori italiani più amati e iconici del suo tempo. Le sue interpretazioni comiche e drammatiche gli valsero il plauso della critica e l'affetto del pubblico. Totò era in grado di mescolare il comico e il tragico con straordinaria maestria, creando personaggi indimenticabili che rimangono nella memoria collettiva ancora oggi.

Alcuni dei film più celebri di Totò includono "Miseria e nobiltà" (1954), "Totò e Cleopatra" (1963), "Totò, Peppino e la malafemmina" (1956), solo per citarne alcuni. La sua collaborazione con registi come Mario Monicelli, Vittorio De Sica e Federico Fellini ha contribuito a consolidare la sua fama e a portare il suo talento al di là dei confini italiani.

Oltre alla sua carriera cinematografica, Totò si distinse anche come cantante e scrittore. Incise diverse canzoni di successo e pubblicò libri in cui raccontava aneddoti e riflessioni sulla sua vita e sulla società.

Nonostante i successi professionali, la vita personale di Totò fu segnata da alti e bassi. Affrontò diverse sfide e tragedie, tra cui problemi finanziari e una serie di tragedie familiari. Tuttavia, nonostante le avversità, mantenne sempre il suo carattere vivace e la sua passione per l'arte.

Totò morì il 15 aprile 1967 a Roma, lasciando dietro di sé un'eredità di risate, emozioni e un'impronta indelebile nel panorama culturale italiano. La sua genialità comica e la sua capacità di toccare le corde del pubblico con la sua poesia e le sue interpretazioni lo rendono ancora oggi uno degli artisti più amati e celebrati in Italia.

La poesia "A' Livella" di Antonio De Curtis, noto come Totò, è un capolavoro intriso di umorismo e profondità. Quest'opera, scritta in dialetto napoletano, ha toccato il cuore di molte persone grazie alla sua abilità di combinare il comico con il drammatico, trasmettendo un messaggio di equità sociale e giustizia. La poesia è considerata una delle composizioni più celebri di Totò. Racconta la storia di due fratelli, Ciccillo e Nennillo, che si trovano di fronte a una situazione ingiusta e disuguale. Ciccillo è un uomo onesto e lavoratore, mentre Nennillo è un individuo furbo e manipolatore. Nonostante il suo comportamento discutibile, Nennillo gode di un successo e di una ricchezza immotivati, mentre Ciccillo è costretto a vivere nella povertà. Questo contrasto mette in evidenza l'ingiustizia presente nella società e la frustrazione di coloro che si trovano dalla parte sbagliata della bilancia.

La parola "livella" nel titolo si riferisce a uno strumento utilizzato per livellare le superfici, ma assume un significato metaforico nel contesto della poesia. Totò usa la livella come un simbolo di equità e giustizia, sottolineando come la società dovrebbe essere livellata, eliminando le disuguaglianze e le ingiustizie. Attraverso il suo stile unico e il dialetto napoletano, Totò riesce a catturare l'attenzione dell'ascoltatore e a toccare le corde del cuore. La sua abilità nel combinare il comico con il drammatico è evidente in diversi passaggi della poesia. Ad esempio, la scena in cui Nennillo muore e si ritrova al cospetto di Dio, che lo condanna all'inferno, ma poi viene "rispedito" sulla terra per continuare a fare il suo gioco di inganni e manipolazioni, è un esempio di come Totò riesca a far ridere e riflettere allo stesso tempo.

Nonostante il tono umoristico, "A' Livella" comunica un messaggio profondo sulla condizione umana e sulla lotta contro le ingiustizie sociali. Totò denuncia la mancanza di equità nella società, sottolineando come spesso i disonesti e i manipolatori si trovino in posizioni di vantaggio rispetto a coloro che sono virtuosi e lavoratori.
"A' Livella" è una poesia che merita di essere apprezzata per la sua abilità nel combinare il comico con il drammatico e nel comunicare un messaggio di giustizia sociale. Totò, attraverso la sua genialità artistica, ci invita a riflettere sulla disuguaglianza presente nella società e a lottare per un mondo più equo. La sua poesia rimane un capolavoro intramontabile, un esempio di come l'arte possa essere un potente strumento per affrontare temi complessi e promuovere il cambiamento.

Totò, nella sua poesia "A' Livella", alterna la lingua italiana e il dialetto napoletano per diversi motivi, che riflettono sia le sue intenzioni artistiche che le sue radici culturali. Questa scelta stilistica non è casuale ma risponde a precise esigenze espressive e a una volontà di comunicare in modo più autentico e diretto con il suo pubblico. L'uso del dialetto napoletano permette a Totò di esprimere in modo più autentico e diretto le emozioni, i sentimenti e le riflessioni legate alla sua terra e alla sua gente. Il dialetto, infatti, è ricco di sfumature e di espressioni che non trovano un corrispettivo esatto nella lingua italiana standard e che consentono di trasmettere con maggiore intensità le peculiarità della cultura e del carattere napoletano.

Il contrasto tra il dialetto napoletano del defunto netturbino e l'italiano aulico e arcaico del defunto marchese serve a evidenziare le differenze sociali e culturali tra i due personaggi. Questa scelta linguistica sottolinea l'ironia e il messaggio di fondo dell'opera: nonostante le differenze in vita, la morte rende tutti uguali, appiattendo ogni distinzione sociale. L'alternanza tra italiano e dialetto riflette anche le radici culturali di Totò e la sua identità di artista napoletano. Attraverso l'uso del dialetto, Totò rende omaggio alla sua città e alla sua cultura, sottolineando il legame indissolubile che lo unisce alla sua terra d'origine. Il dialetto diventa così un mezzo per affermare la propria identità e per rivendicare il valore e la dignità della cultura popolare napoletana

L'uso del dialetto permette a Totò di stabilire una comunicazione più immediata e profonda con il suo pubblico. Il dialetto, infatti, parla direttamente al cuore delle persone, evocando emozioni e ricordi condivisi. In questo modo, Totò riesce a coinvolgere emotivamente i suoi lettori e ad avvicinarli al messaggio universale della poesia, rendendolo accessibile a tutti, indipendentemente dal loro background culturale o sociale. L'alternanza tra la lingua italiana e il dialetto napoletano nella poesia "A' Livella" di Totò è una scelta stilistica che risponde a esigenze espressive precise, riflettendo al contempo le radici culturali dell'autore e il suo desiderio di comunicare in modo autentico e diretto con il suo pubblico.
… (más)
 
Denunciada
AntonioGallo | Feb 14, 2024 |

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