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Cargando... Sconosciuto 1945 (2005)por Giampaolo Pansa
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Inscríbete en LibraryThing para averiguar si este libro te gustará. Actualmente no hay Conversaciones sobre este libro. «Quando ero piccola avevo un incubo notturno: vedevo papà senza testa, decapitato dai partigiani», «Mio fratello scomparve e il suo corpo non l'abbiamo mai ritrovato», «Sono la figlia di uno dei cento fucilati sulla sponda del Piave», «La mamma è stata uccisa perché aveva un figlio arruolato nella Repubblica sociale», «Quei due giustiziati erano i miei nonni», «Del corpo di mio padre erano rimaste intatte soltanto le mani: le bellissime mani di un poeta» ... Spesso la memoria degli sconfitti nella guerra civile italiana è persino più pesante delle tragedie che la precedono. Giampaolo Pansa lo ha capito dalle duemila lettere ricevute dopo Il sangue dei vinti, il caso editoriale del 2003. Sono state 2quelle lettere, e le storie dolenti che rivelavano, a spingerlo a scrivere Sconosciuto 1945. Mentre l'altro libro era una ricostruzione puntigliosa di quanto era accaduto dopo il 25 aprile, qui prendono la parola soprattutto le persone che di quelle vendette sono state le vittime incolpevoli, travolte dagli orrori della resa dei conti quando erano ragazzi o bambini. Pansa è andato a cercarle, ne ha trascritto le lettere, ne ha raccolto le testimonianze, ha ricostruito con il loro aiuto i delitti che ne avevano straziato l'esistenza. Non sono stati incontri facili. In più di un caso, l'autore si è trovato di fronte donne e uomini che vivevano un dramma lontano nel tempo come se fosse accaduto il giorno prima. E ha dovuto constatare che, con il ricordo, si riaprivano ferite mai rimarginate. La più dolorosa era quella inferta dal lungo silenzio imposto non soltanto ai vinti ancora in vita, ma anche ai loro famigliari. Si è sentito dire: finalmente uno del campo opposto, uno scrittore antifascista, viene a parlare con noi! E si è visto affidare storie sempre taciute, per molte ragioni: la condizione di sconfitti, l'ostilità dei vincitori, l'isolamento sociale e, nei primi anni del dopoguerra, la paura di possibili vendette anche contro i genitori, i figli o i fratelli dei fascisti uccisi. Con il passare del tempo quella paura è svanita, ma spesso ha lasciato il posto a un ritegno indotto dalla cultura dominante in un'Italia che doveva dichiararsi tutta antifascista, contro la verità storica che invece ci ha consegnato un paese ancora oggi molto diviso. Il risultato è un libro sconvolgente, che nessuno aveva mai scritto. E che dischiude un capitolo proibito della nostra storia, narrato da italiani vissuti per sessant'anni nella condizione obbligata di prigionieri del silenzio. ( ) sin reseñas | añadir una reseña
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