The complexities of German politics after 1890 are analyzed with masterly clarity in this work; in particular the author brings out the insoluble dilemma in which Social Democracy was placed by its status as a minority movement in a country where the government could always rely on an elected majority to block progress towards full democracy. [1961]

Nel 1928 Arthur Rosenberg pubblicava questa Entstehung der deutschen Republik 1871-1918, cui avrebbe fatto seguito nel 1935 la Geschichte der deutschen Republik (in questa collana: Storia della Repubblica di Weimar), come primo risultato del suo nuovo interesse per gli studi di storia contemporanea dopo la parentesi politica e parlamentare (nel 1928 era scaduto il suo mandato al Reichstag come rappresentante della KPD, nel 1927 aveva abbandonato il movimento comunista esprimendo pubblicamente il suo dissenso sulla politica del Comintern). Dal 1925 al 1928 aveva fatto parte della Commissione di inchiesta del Reichstag sulle cause della sconfitta tedesca ed era stato relatore sulla questione della cosiddetta " pugnalata alla schiena". E' chiaro, quindi, che l'indagine storica in questo caso non era che il prolungamento della sua attività di politico militante: "ripristinare una analisi della rivoluzione di novembre che rendesse ragione dell'esito politico di un processo apertosi nel movimento operaio sotto l'insegna della rivoluzione mondiale" (dalla Introduzione di Leonardo Paggi al presente volume). In questa analisi si propose di evitare ogni giudizio che potesse apparire viziato di parzialità. "Ho scritto questo libro- così dichiara Rosenberg il suo intento nella prefazione - senza alcun riguardo a orientamenti politici e senza voler salvaguardare il prestigio di alcun partito e non credo che la mia attività politica nell'ultimo decennio mi abbia indotto a formulare giudizi parziali. Nella stesura dell'opera ho sempre tenuto presente il pericolo di rimanere prigioniero della "leggenda storica, indipendentemente dal fatto che provenisse da destra o da sinistra. ( )