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Papa Francesco: terra casa lavoro

por Papa FRANCESCO

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"Il libro del compagno Bergoglio esce in edicola con "Il Manifesto". Così hanno diffuso la notizia sia chi pensa che Papa Francesco sia un "comunista", sia chi pensa che il "comunismo" abbia la sua idea centrale nel messaggio di Cristo di cui il Papa è il legittimo rappresentante in terra.

In un'epoca come la nostra, tutto fa brodo comunicativo, incentiva le vendite non solo dei giornali e delle riviste, ma facilita anche la diffusione delle idee politiche e delle credenze laiche o religiose. Se poi si aggiungono parole come "terra, casa, lavoro", il messaggio, oltre ad avere una risonanza planetaria, fa eco anche nelle antiche e gloriose stanze della storia umana.

Ho tra le mani questo libretto contenente tre tra i più rilevanti discorsi politici di Papa Francesco sulla lotta per l'eguaglianza e il diritto alla casa e al lavoro. Un documento ritenuto da molti fondamentale del nostro tempo. E' nota la vicinanza del Papa, venuto dall'altro capo del mondo, alle istanze sociali dei movimenti di base e popolari. In Vaticano se ne sentiva la necessità. Lo stesso pontefice intende, infatti, piantare la bandiera di questi movimenti, i quali hanno sempre ritenuto l'ideologia comunista essere un'idea sostanzialmente cristiana.

In diverse occasioni Francesco ha avuto modo di dire che "i comunisti sono i cristiani, sono gli altri che ci hanno rubato la nostra bandiera." Sicuramente quelli de "Il Manifesto", "quotidiano comunista", si sentiranno anche "cristiani", oggi che hanno pubblicato una edizione speciale del libro, originariamente edito da Ponte delle Grazie. "Tutto si tiene" sono soliti dire i francesi. In questo caso, l'operazione editoriale sembra soddisfare le diverse esigenze sia culturali che religiose, senza però perdere di vista quelle economiche.

Abbiamo tutti davanti agli occhi ancora oggi quella foto in cui venne ritratto Papa Francesco quando il presidente boliviano Evo Morales, nel 2015, gli consegnò quel crocifisso su falce e martello, un'opera d'arte ritenuta rispettosa delle migliaia di martiri cristiani uccisi dai vari regimi comunisti, data in omaggio a Francesco e ritenuta "un genere d'arte di protesta". Questi tre testi dei discorsi che "Il Manifesto" ha voluto offrire in lettura ai suoi lettori dimostrano la coerenza non solo culturale ma anche editoriale di un gruppo politico che fa il suo gioco e i suoi interessi ideologici, anche in nome di chi crede non solo in quella ideologia politica, ma anche in quella fede religiosa. C'è una convergenza di fini e di finalità.

Allo stesso modo, possiamo pensare del rapprentante di Cristo in terra: svolge il suo apostolato in nome della missione assegnatagli dalla storia. L'opzione preferenziale per i poveri va ritrovata nel messaggio evangelico e nel manifesto idelogico di radice storica. Sono stati molti i nomi di protagonisti sia politici che religiosi nella storia della chiesa di Roma i quali hanno riconosciuto una certa "religiosità" nell'ateismo marxista per la sua istanza liberatrice, se non addirittura una certa ascesi e una spinta comunitaria per una giusta soluzione del problema della povertà nel mondo.

Non dovremmo domenticare, però, l'azione di chi quella "ideologia", espressa in quel "manifesto", aveva conosciuto da vicino, sulla propria pelle. Il ricordo va ad un Papa polacco che la condannò come teologia della liberazione in salsa marxista. Il popolo di Dio va guidato dai pastori della chiesa non con il suo puro "istinto", o peggio, con le teorie di un politico e ideologo chiamato Karl Marx, ma con la dottrina di una legge morale di ispirazione ultraterrena. Nella presentazione del libro, la redazione de "Il Manifesto" ha scritto che "i tre discorsi di Papa Francesco qui raccolti sono un appello ai dannati della Terra del nuovo millennio".

Le tre T: "tierra", "techo", "trabajo" si segnalano per la loro semplicità linguistica e radicalità politica. A parere degli scrittori dell'unico ed intelligente giornale marxista rimasto in Italia, i discorsi indicano la strada scelta da questo Papa nella evoluzione tanto del suo pensiero politico quanto religioso della Chiesa. Credo che andranno delusi se pensano che Papa Francesco possa cadere nella trappola di questo loro pensiero che ha un sapore sia politico che ideologico. Francesco quando parla non pensa come un "comunista".

Il suo amore per i poveri è un amore per gli "ultimi", così come la si intende nel Vangelo. Lui non dimentica mai di essere un "gesuita". Mi permetto di interpretare questa sua decisione di pubblicare i suoi discorsi con il vestito de "Il manifesto" perchè "Il fine giustifica i mezzi". Chiamatemi scorretto, polemico e anche cinico, ma credo che questa sia la frase che ci aiuta a comprendere questa decisione.

Una citazione con la quale si è voluto esprimere l’atteggiamento pratico caratteristico sia del machiavellismo che del gesuitismo, sebbene né il Machiavelli né alcuno scrittore gesuita l’abbiano formulata in questa forma (si legge bensì nel Principe del Machiavelli, cap. XVIII: «nelle azioni di tutti gli uomini, e massime de’ Principi ... si guarda al fine ... I mezzi saranno sempre iudicati onorevoli e da ciascuno lodati»). Anche se Francesco avesse queste intenzioni, nessuno può negare che le stesse sono intenzioni onorevoli e da lodare. Ha avuto il coraggio di andare a casa del "diavolo" e gli ha detto di convertirsi.
( )
  AntonioGallo | Nov 2, 2017 |
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