Auschwitz, maggio 1944: sulla lunga banchina affiancata alle porte dei forni crematori, affollata di migliaia di ebrei appena arrivati dall'Ungheria, un militare osserva due bambine vestite di un identico abitino rosso, strette alle mani della madre. «Sono gemelle?» chiede... (fonte: Google Books)

Eva chiede solo risposte ma...
Stupenda testimonianza di questa donna, Eva Mozes Kor,che ha saputo riscattarsi dal dolore subito nei nove mesi in cui è stata, prima separata dalla sua famiglia e poi sottoposta a innumerevoli esperimenti da parte del “angelo della morte”, Josef Mengele. La salvezza di Eva è stata poter restare sempre con sua sorella Miriam, dato che erano gemelle e lo dice lei stessa in qualche modo “previleggiate”, e probabilmente questo ha fatto in modo che potessero salvarsi. Eva ha saputo riscattarsi perdonando i suoi carnefici e lo fa a modo suo e ci spiega anche come è arrivata a questo passo. Magari per noi difficile da comprendere e anche da mettere in atto pensando a quello che ha subito. Anche se nelle prima pagine del libro non mi avesse convinta in pieno andando avanti esce la sua storia e io non posso che inchinarmi davanti a questa donna che ha saputo riprendere in mano la sua vita, esempio per tutti noi.
“..guardate il cielo sopra Auschwitz. Oggi sono con noi le anime di milioni di vittime e davanti a questi testimoni io dico: basta. Cinquant’anni sono troppi. Io sono guarita e vedere in prigione un criminale nazista non mi procura nessuna gioia.”
“…in questo momento sentii che il peso di tutte le sofferenze che avevo sopportato e provato mi veniva tolto dalle spalle. Non ero più una vittima di Auschwitz. Non ero più prigioniera del mio passato. Ero libera!..”
“..la rabbia è il seme della violenza e il perdono quello della pace” ( )