Difficile dare un parere univoco su questo libro.
Ci sono momenti belli e intimi, quasi una "poesia delle piccole cose" di Pascoliana memoria: la descrizione della vecchia casa della nonna ad esempio, o del parco dell'infanzia. Purtroppo però ci sono anche scene macchiettistiche e infarcite di stereotipi come i vari pranzi con le amiche, che non sono altro che una sequela di volgarità e luoghi comuni del tipo più becero.
Lo stesso protagonista oscilla tra riflessioni profonde e frasi fatte che ti aspetteresti di trovare in qualche post su instagram (o nel bacio perugina, per essere meno social)
L'idea di base è comunque molto interessante e portata avanti in maniera coerente e originale senza scadere nell'inverosimile. Forse la parte meno riuscita è proprio quella umoristica: le solite battute che si sentono in giro da anni e ormai non fanno più ridere nessuno sui genitori meridionali, i gay, le donne e altri stereotipi simili. Nota di merito invece per la storia con Leo, raccontata in maniera tenera ma anche ironicamente realistica.
Tirando le somme, il bilancio tra alti e bassi si chiude in parità: uno di quei libri passabili, che non ti lasciano nulla una volta conclusi ma che si fanno leggere facilmente. ( )