«W GESÙ, W MARIA, W L'ITALIA», furono le ultime parole pronuciate da Padre Ugo Bassi prima che la scarica del plotone di esecuzione austriaco lo abbattesse fuori Porta S. Isaia, a Bologna. Era l'8 agosto 1849: l'eroico cappellano della Legione Garibaldina, dopo la caduta della Repubblica romana, aveva seguito il generale nel vano tentativo di portare aiuto a Venezia che ancora resisteva. Catturato dagli austriaci, malgrado l'abito talare, fu passato per le armi dopo che gli era stato negato anche il viatico. A questo prete eroico e martire l 'Italia laica e garibaldina ha dedicato almeno una strada di ogni sua città ma la storia ufficiale non gli ha riservato che poche
righe. Padre Ugo Bassi era infatti un prete scomodo: scomodo all'Italia monarchica e anticlericale perché testimonianza diretta della partecipazione al Risorgimento di quel clero patriottico che tanto si adoperò per la causa unitaria; scomodo all'Italia codina e papista per le opposte ragioni. Sulla condanna a morte di Ugo Bassi, ha scritto recentemente Bettino Craxi, si appuntano ancora oggi molti interrogativi: perché la Chiesa abbandonò questo suo eroico figlio a una corte marziale negandogli persino i sacramenti? ( )