Dall'Ucraina alla Turchia, all'Ungheria, a Vienna e infine a Parigi, l'esilio di Anna, la madre di Joseph Joffo, segue la rotta di tanti altri ebrei che, all'inizio del secolo, fuggono davanti ai pogroms, alla violenza dei cosacchi, alla tirannia del governo zarista. Ma il dramma dei massacri, della violenta repressione dei primi scioperi a Odessa, l'angoscia dei visti scaduti, dei viaggi disastrosi sono, in questo racconto fatto al figlio e che arriva a noi in questo Anna e la sua orchestra, stemperati nel ritmo frenetico dell'orchestra tzigana composta da Anna e dai suoi fratelli e che, più che un modo per guadagnarsi il pane, diventa un modo di affrontare la vita. Così, nel ricordo e al suono di quei violini, le città rimangono fissate in una loro atmosfera incantata, sfondo a una storia di coraggio, di ottimismo e di amore. Anche in questo suo secondo libro come in Un sacchetto di biglie, Joseph Joffo ci racconta un'adolescenza segnata dall'ingiustizia ma affrontata con il coraggio e lo spirito di iniziativa di chi rifiuta il lamento e la recriminazione per rivendicare il diritto di tutti i giovani a una vita libera e dignitosa. (fonte: Rizzoli)

Trektocht van een joodse familie van hoofdstad naar hoofdstad rond 1900. Hymne van een man aan zijn moeder aan het leven. Onverwoestbare levensvreugde uit zich op uitbundige wijze in de muziek die vrijwel elk gezinslid intens beoefent.