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Cargando... Mort Cinder: il vagabondo del tempopor Héctor Germán OesterheldNinguno Cargando...
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Recensione del 21 novembre 2007
In presenza di due grandissimi del fumetto argentino (a mio avviso la scuola più interessante), quella di Mort Cinder è una storia semplice. Un antiquario, fisionomia previsionale di Breccia da anziano, incontra un uomo che sopravvive alla morte. Ed alla storia, nel senso che la naviga. Nell’eternauta il viaggio è orizzontale, nella innevata e mortale Buenos Aires. Come in cecità di Saramago. In questa storia il viaggio è verticale nella storia e nella vicenda di questa. Le didascalie accompagnano, sempre, il racconto, dando al lettore le coordinate della storia. Come sempre, a mio avviso, appesantendo il ritmo del racconto e, quindi, incidendo in senso negativo sulla fruibilità. La storia è semplice, ma il racconto sia nel tratto che nella struttura no. Ma bello. Forse, anzi senza dubitativi, leggendo i nomi mi aspettano qualcosa in più. Insomma, un altro capolavoro. Ma, comunque, c’è da restare soddisfatti di questa scorribanda nelle principali vicende della storia. Temo, comunque, ampiamente affrontato dai fumettisti di tutto il mondo. ( )