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Sobre El Autor

Antonio Spadaro, SJ, is a theologian and director of La Civilt Cattolica. Carlos Mara Galli is dean of the theology faculty at the Catholic University of Argentina.

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Obras de Antonio Spadaro

Papa Francisco (2013) 2 copias
Twitter Theology (2012) 1 copia

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Reseñas

Leggo sempre con piacere e interesse quello che scrive padre Antonio Spadaro. Un vero e proprio cybernauta volante della scrittura. Capace di scrivere di tutto e tutti. Lo trovi dappertutto in rete, sui giornali, sui social, dentro e fuori del Vaticano, a destra come a sinistra, tra il moderno e l'antico, in prosa o in poesia, nel sacro e nel profano, non teme nessuna forma di scrittura, salta da una lingua all'altra, legge, traduce, discute, interpreta illuminando ogni pagina che riempie della sua cosmica ambizione a far capire al colto e all'inclita quanto sia grande la sua cultura. La sua è un vero esempio di scrittura creativa intesa come purissimo esercizio spirituale. Grande figura di "Narciso", Antonio Spadaro è capace di passare indifferentemente dalle pagine dell'Osservatore Romano e della Civiltà Cattolica a quelle de "Il Fatto Quotidiano". Ma questo suo ennesimo, ovvio, ripetitivo libro non merita più di due stelle.… (más)
 
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AntonioGallo | Mar 26, 2024 |
"Abitare nella possibilità" è il titolo dell'ultimo saggio del critico letterario padre Spadaro. Diviso in due parti, il volume si occupa sia degli scrittori che dei lettori . E non potrebbe essere altrimenti visto e considerato che tutti siamo coinvolti, direi anche chi non legge e non scrive, addirittura chi non sa né leggere né scrivere. E si capisce perché: ogni uomo è un libro, ogni libro è un uomo. Sin dalla sua nascita ogni essere umano è destinato a scrivere la “sua” storia, personale, unica, irrevocabile. Forse tutto è già stato scritto, ma c’è bisogno che il suo autore lo faccia praticamente, vivendo la sua vita, che sarà il libro della sua storia di letteratura.

Ma cosa è la letteratura? A cosa serve? Cosa accade quando leggiamo un libro? Queste sono solo alcune delle domande alle quali cerca di rispondere, ad un tempo con spavalderia e precisione, l’ultimo saggio del gesuita padre Antonio Spadaro, critico letterario della più antica rivista italiana, La Civiltà Cattolica. E’ un saggio che entra nel vivo del problema con una serie di domande, tante quante sono i tipi umani coinvolti nel fare letteratura. Perché questa è legata all’esperienza individuale, personale e soggettiva di chi vive, legge, scrive, comunica per sé e per gli altri. Non può esserci, pertanto nulla di scontato nel fare letteratura

«La letteratura degna di questo nome - scrive padre Spadaro nell’introduzione - è irreversibile, capace di modificare realmente il modo in cui una persona vive la propria vita, la propria esperienza umana. E l’avere esperienza non è mai quella che progettiamo di affrontare secondo i nostri modi e i nostri tempi, ma è qualcosa che ci supera e ci sorprende».

Se letteratura è, allora, quella che nasce dall’esperienza (in fase di scrittura) e diventa esperienza (in fase di lettura); da qui la divisione in due parti del volume, una dedicata agli scrittori ed una ai lettori, perché l’esperienza della lettura non è da meno di quella della scrittura. Agli scrittori padre Spadaro pone innanzitutto la domanda essenziale: «Che cos’è la letteratura?», e la risposta è una curiosa galleria di «visioni» (si va da Manganelli a Celan, da Bo a Ferlinghetti, dalla O’Connor a Debenedetti) dentro cui l’autore si muove agilmente, ma con grande correttezza filologica, per «spremere» dai vari scrittori un significato profondo, non ornamentale, del mistero di scrivere.

Non so se tutti saranno disposti ad accettare la riflessione che l’autore fa e cioè che tra spiritualità e letteratura esista una perfetta osmosi, perché la letteratura è di fatto un’interpretazione della vita e delle sue tensioni fondamentali ed è inevitabilmente chiamata ad esprimere anche l’esigenza di ulteriorità che è propria dell’uomo: «Verso un al di là, verso un al di dentro, verso un altrove».
Col materialismo trionfante ed egemone di questi tempi è una concezione ardita del fine della letteratura. I libri sono diventati sempre più merce di scambio, non solo per chi li stampa e li vende per un legittimo profitto, ma anche tra scrittori e lettori, questi ultimi intesi come società politica, morale, culturale.

Si scrive per la cronaca, si premia per stabilire equilibri economici e di potere, si legge per fare politica e letteratura di impegno, insomma si annulla la ulteriorità di cui si è detto innanzi. Questa presunta «osmosi» spirituale tra chi scrive e chi legge viene analizzata nel capitolo centrale quando l’autore propone l’esperienza degli Esercizi Spirituali di Ignazio di Loyola, come per sostenere e quindi confermare con prova che lo scrivere non è un «orpello» nella vita dell’uomo, ma qualcosa che gli permette di scendere fin nelle sue midolla, e (quindi) di salire fino al cielo.

La domanda che ci si può porre dovrebbe essere anche questa, allora: possono la lettura e la scrittura aiutare realmente l’uomo a fargli scrivere il “suo” libro sulla scena del mondo? Cosa direbbe Qoelet nel vedere quanti libri si scrivono e si leggono oggi? Lui, che già al suo tempo, si lamentava che erano troppi e i risultati pochi?
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AntonioGallo | Sep 24, 2020 |
¿Qué formas toma la fe, la espiritualidad y la comunidad cristiana en los tiempos de Internet? Antonio Spadaro, especialista en ciberteología, nos plantea las posibilidades que se abren para la comunidad cristiana del presente y del futuro.

En el mundo actual, en que Internet ya forma parte integrante de nuestras vidas, puede afirmarse que el ciberespacio se ha convertido en una nueva realidad existencial humana. Esto replantea las preguntas más elementales acerca de lo que somos como personas, y lo que anhelamos en lo más profundo de nuestras almas.

El jesuita Antonio Spadaro, uno de asesores más cercanos al papa Francisco en redes sociales y ciberteología, ofrece en este ensayo, de forma muy clara y sucinta, las claves para comprender las coordenadas en las que se despliega la fe, la espiritualidad y la comunidad cristiana en la red.

Según Spadaro, el crecimiento de la comunidad cristiana en Internet no significa únicamente introducir temas religiosos, sino sobre todo desenvolverse en el ciberespacio con un estilo y un comportamiento de apertura y diálogo.
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danielgilsoles | Jul 22, 2019 |
Tutti sanno che il prefisso "cyber" discende dalla parola inglese "cybernetics", (in italiano "cibernetica"), a sua volta dal greco κυβερνητικός, (bravo nel governare, gestire). Viene usato come tale in numerose situazioni sia reali che astratte, senza mai perdere il suo significato di base riferito essenzialmente al controllo dell'atto comunicativo. L'autore di questo libro, che fa di questo prefisso il suo punto di partenza, è uno che della materia se ne intende. Non mi riferisco soltanto alla cibernetica in quanto tale, ma sopratutto alla sua capacità di diffondere la "parola" sia in senso letterario-letterale che in quello teologico. Non è un caso che è da poco, ancor giovane, diventato direttore della più antica rivista italiana "La Civiltà Cattolica". E' anche autore di numerosi libri che vanno dalla poesia alla musica, dall'informatica alla teologia, oltre che ad essere un instancabile viaggiatore e conferenziere. In qualsiasi momento puoi vedere nel suo spazio su FB una fotografia scaricata dal suo iphone nella sua stanza, in ritiro spirituale, oppure in una strada di Los Angeles, New York o Calcutta. Articoli su articoli digitali e non, i suoi interessi sono non solo moderni ed interessanti ma anche condivisi da molti suoi fan con i quali ama interagire. E lo fa sempre con grande spirito libero e giovanile.
Ho il piacere e l'onore di avere Padre Antonio Spadaro non dico come "amico", ma tra i "contatti" su FB. Con lui ho avuto nel tempo vari e veloci scambi di battute in diverse situazioni. Una volta quando caricai alcune immagini della mia biblioteca su aNobii ebbe a chiedermi: "Ma li hai letti tutti?". Un'altra volta scrissi qualcosa su un suo libro di poesie inglesi di Walt Whitman e lui mi ringraziò con grande cortesia. In un'altra occasione gli sottoposi un quesito su un argomento scottante quale il "Cybersex" e lui abilmente glissò. Confesso che faccio fatica a seguirlo nelle sue varie occasioni di scrittura pubblica, ma è sempre un piacere per me leggerlo ed arricchirmi della sua conoscenza sia teologica che digitale.
Dovrei dire qualcosa di questo suo libro. Ma penso che ci sia ben poco da dire. Mi basta affermare con sicurezza che lo trovo un testo "ardito", coraggioso quanto mai nel suo tentativo di conciliare la Rete e la Teologia. Chi si ritiene ancora Cristiano in questa nostra epoca in cui la religione sembra essere diventata un "optional", farà bene a leggerlo, anzi a studiarlo. Potrà così comprendere il senso di questo nostro tempo di transizione e di rinnovamento. Non a caso il libro, edito dalla editrice "Vita e Pensiero", trova posto nella collana che porta questo titolo. Perché in piena transizione siamo in questo nostro tempo. Una transizione cominciata diversi anni fa ormai e che ancora non si è fermata. Chissà, tra cinque, dieci anni soltanto come staranno le cose. "Se i device si integreranno sempre di più con il nostro corpo, chi controllerà la tecnologia? Saremo proprietari o utenti delle nostre protesi tecnologiche?" L'interrogativo non è mio, bensì di Cory Doctorow, il giovane blogger canadese, fondatore di BoingBoing, co-fondatore dell' "Open rights Group". La mia domanda è: "Come si integrerà la Teologia in un "tessuto" di questo tipo?
Ricordo un libro uscito nel 2002 scritto da David Weinberger intitolato Small Pieces Loosely Joined" che stranamente Antonio Spadaro non cita nella sua pur ricca bibliografia. Aveva per sottotitolo "How the web shows us who we really are". (Come la Rete ci mostra chi siamo veramente). L'autore nella sua presentazione diceva che il Web ci offre l'opportunità di ripensare la nostra natura di uomini e la natura stessa del mondo. La teologia per mezzo della "fede" riuscirà mai ad insegnare agli uomini, usando gli strumenti della ragione e della libertà che hanno a loro disposizione, a vivere bene e possibilmente meglio di quanto abbiano saputo fare finora? Libertà e Ragione da un lato, Web e Teologia dall'altro per fronteggiare il Mistero dell'esistenza. Un augurio ed un auspicio in Rete.
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AntonioGallo | Jun 18, 2014 |

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