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Un coeur intelligent

por Alain Finkielkraut

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865313,224 (3.35)Ninguno
Le roi Salomon suppliait l'Eternel de lui accorder un coeur intelligent. Au sortir d'un siècle ravagé par les méfaits conjoints de la bureaucratie, c'est-à-dire d'une intelligence purement fonctionnelle, et de l'idéologie, c'est-à-dire d'une sentimentalité binaire et souverainement indifférente à la singularité des destins individuels, cette prière pour être doué de perspicacité affective a gardé toute sa valeur. Mais à quelle instance l'adresser ? Ce livre répond : à la littérature. Me fiant à mon émotion, j'ai choisi neuf titres : La Plaisanterie, de Milan Kundera, Tout passe, de Vassili Grossman, Histoire d'un Allemand, de Sebastian Haffner, Le Premier Homme, d'Albert Camus, La Tache, de Philip Roth, Lord Jim, de Joseph Conrad, Les Carnets du sous-sol, de Fedor Dostoïevski, Washington Square, de Henry James et Le Festin de Babette, de Karen Blixen. Et je me suis efforcé de mettre dans mes lectures tout le sérieux, toute l'attention que requiert le déchiffrement des énigmes du monde." Alain Finkielkraut..… (más)
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«Della letteratura non abbiamo bisogno per imparare a leggere. Ne abbiamo bisogno per sottrarre il mondo reale alle letture sommarie». È proprio questa la convinzione che ispira ad Alain Finkielkraut l’appassionato esercizio critico di Un cuore intelligente: raccontare nove tra i più notevoli libri della modernità svelando l’immensa sapienza che lì si cela. Perché la risposta alle grandi domande – «Che cos’è la civiltà? Che cos’è l’arte? Che cosa sono l’ideale e la grazia?» – non può che essere «una risposta narrativa». Rileggendo Tutto scorre... di Vasilij Grossman o La macchia umana di Philip Roth, Lo scherzo di Milan Kundera o Il pranzo di Babette di Karen Blixen, Lord Jim di Joseph Conrad o Washington Square di Henry James, Finkielkraut, che da anni va smascherando le ingiustificate certezze dell’Occidente, si propone di scrutare la realtà incarnata nei particolari e spesso redenta dall’ironia – e, soprattutto, di trovare una chiave per decifrare gli «enigmi del mondo». E con la sua suite di letture ci invita a svincolarci da molteplici trappole, della ragione e del sentimento, per lasciarci educare, tramite la parola letteraria, alla «perspicacia affettiva». Solo così ci verrà concesso quel «cuore intelligente» che re Salomone invocava dall’Eterno, stimandolo più prezioso di ogni altro bene.
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Una letteratura intelligente
Ogni cosa al mondo ha una sua "ragion d'essere". Anche questo libro di cui mi accingo a scrivere. Ha per titolo "Un cuore intelligente". Questo “cuore” nasce dalla preghiera che Re Salomone rivolgeva all'Altissimo con la richiesta che gli concedesse una necessaria "sagacia affettiva" per comprendere se stesso, gli uomini e il mondo. Ma Dio tace, scrive l'autore del libro il filosofo e anche giornalista Alain Finkielkraut nella prefazione al suo libro. Forse ci guarda soltanto e "ride" mentre l'uomo "pensa", come ricorda quell'antico proverbio yiddish. Non c'è che un modo per avere una risposta: rivolgerci alla letteratura la quale è vero che non ci offre serie garanzie, ma della quale non si può fare a meno. Tutta la vita, infatti, non è altro che un raccontare di fatti che poi diventano "letteratura". La ragion d'essere allora Finkielkraut la trova in nove studi di opere letterarie di diversi autori. Queste opere, pur se non offrono una sicura mediazione, ci danno la possibilità di conoscere le leggi della vita anche se non le leggi che la governano.
I libri che l'autore sceglie sono: "Scherzo" di Milan Kundera, "Tutto scorre ..." di Vasilij Grossmann, "Storia di un tedesco" di Sebastian Haffner, "Il primo uomo" di Albert Camus, "La macchia umana" di Philip Roth, "Lord Jim" di Joseph Conrad, "Ricordi del sottosuolo" di Fedor Dostoevskij, "Washington Square" di Henry James, "Il pranzo di Babette" di Karen Blixen. La scelta, scrive l'autore, è stata guidata dalle sue emozioni, una scelta fatta, confessa, con serietà ed attenzione per cercare di decifrare il mondo.
Un chiaro ed onesto avviso che dobbiamo quindi dare al lettore che decide di leggere questo libro è quello di assicurarsi di sapere qualcosa su queste opere e sui loro autori. La ragione di questa affermazione va trovata nel fatto la scelta di queste opere potrebbe essere ritenuta arbitraria, e senza dubbio lo è, se si considera che la letteratura è in continuo contrasto con se stessa. Quella situazione/condizione che è il suo doppio, il suo opposto, il suo contrario, nell'intreccio variato e mutevole degli eventi, così come gli stessi si presentano nel corso dell'esistenza reale ed in quella ideale della narrazione letteraria. Ogni essere umano è sottoposto al fuoco continuo della realtà che, come su di una pellicola, incide implacabilmente ciò che accade ai suoi protagonisti. E' inevitabile il conflitto che accade tra noi e il mondo mentre l'autore dell'opera letteraria cerca di tessere una tela che resta possibile soltanto dal suo punto di vista, ma che può andare in conflitto con quella degli altri o addirittura della stessa implacabile realtà.
Ma, allora, se la letteratura deve costruire questo tipo di tensioni, di conflitti e di paure, sarebbe meglio evitarla. Sarebbe meglio non leggere libri e magari nemmeno questo di Alain Filkielkraut. Il consiglio che mi sento di dare in proposito e quello di leggere prima questi libri che lui scelto inquadrandoli nel contesto dell’esperienza letteraria che i loro autori hanno avuto. Il lettore potrà così scoprire se gli autori prescelti dal filosofo e giornalista francese, sono stati “uomini” affidandosi al destino della letteratura e delle loro opere. Potranno, inoltre, verificare se queste opere hanno dato una forma al loro destino e se essi ne hanno avuto uno. Soltanto così chi legge il libro potrà essere sicuro di acquisire un “cuore intelligente” come quello che cercava re Salomone. Soltanto così. Altrimenti la lettura si ridurrà ad un puro, semplice e banale esercizio letterario. ( )
  AntonioGallo | Jul 3, 2014 |
In dit boek bespreek Fienkelkraut 9 romans, die ik tweedehands aanschaf en ga lezen. Ik begon met "de eerste man' van Albert Camus uit 1961.Het zou een leuke leesclub vormen: mensen die ook die 9 romans zouden lezen en hun ervaringen delen. Maar vind die maar eens in de buurt van Zaltbommel... ( )
  suus51 | Feb 21, 2012 |
Eerste zin:”Het kunstwerk, zei Alain in concreto, behoort niet tot de categorie van het nuttige.”

P. 99: “Maar het boek met herinneringen blijft in een lade liggen.”

Laatste zin: “De vraag is alleen welke vorm.”

Om naast de wetten van het leven ook de jurisprudentie ervan te kennen, hebben we volgens Alain Finkielkraut de literatuur nodig. Hij stelt: “De bemiddeling van de literatuur is geen garantie, maar zonder haar zou de genade van een intelligent hart voor altijd voor ons onbereikbaar zijn.” Voor hem is deze ‘emotionele intelligentie’ het tegenovergestelde van de louter functionele intelligentie die onverschillig staat tegenover “de specificiteit en de kwetsbaarheid van het lot van de individuen”. Hij staaft zijn stelling door zijn interpretaties te geven van verschillende boeken, nl. De grap van Milan Kundera, Alles stroomt van Vasili Grossman, Het verhaal van een Duitser van Sebastian Haffner, De eerste man van Albert Camus, De menselijke smet van Philip Roth, Toean Jim van Joseph Conrad, Aantekeningen uit het ondergrondse van Fjodor Dostojevski, Washington Square van Henry James en Babette’s feestmaal van Karen Blixen.

Ik vond dit een prachtige theorie maar had er moeite mee in de eerste drie hoofdstukken. Ik vermoedde dat dit kwam doordat ik geen van de boeken waarover het handelde gelezen had. Maar bij de “Interpretatie van De eerste man”, een werk van Albert Camus dat ik ook niet kende (ik heb trouwens, tot mijn grote schande, geen van de besproken werken gelezen), was ik plots helemaal mee. Dat gevoel verminderde weer bij “Interpretatie van De menselijke smet“, van Philip Roth, een auteur waar ik al enkele boeken van heb gelezen, maar waar ik het vaak moeilijk mee heb. Maar bij de laatste vier hoofdstukken was het opnieuw raak. Ik heb ze met veel plezier, interesse en aandacht gelezen en had spijt dat het boek uit was.

Ik had natuurlijk Finkielkraut niet nodig om te weten hoe literatuur kan helpen in het leven, maar het is wel aangenaam daar in een goed opgebouwd en doordacht boek over te lezen.

Bespreking door Hannie Jenneskens:
http://hanniejenneskens.com/2011/03/21/een-intelligent-hart-van-alain-finkielkra... ( )
  Nadyne03 | Oct 20, 2011 |
Un excellent livre sur la lecture...de livres emblématiques, dont "La plaisanterie" de Kundera, "Lord Jim" de Conrad, "Les carnets du sous-sol" de Dostoïevski, etc. A travers ces lectures, c'est le déchiffrement des énigmes du monde que l'on suit avec l'auteur. Jubilatoire et éclairant.
"On a pas besoin de la littérature pour apprendre à lire. On a besoin de la littérature pour soustraire le monde réel aux lectures sommaires, que celles-ci soient le fait du sentimentalisme facile ou de l'intelligence implacable. La littérature nous apprend à nous défier des théorèmes de l’entendement et à substituer au règne des antinomies celui de la nuance."
  lavincen | Nov 11, 2010 |
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Blurbistas
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LCC canónico

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