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Cargando... Canti: Operette morali: Pensieripor Giacomo Leopardi
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Google Books — Cargando... GénerosSistema Decimal Melvil (DDC)858.7Literature Italian Authors, Italian and Italian miscellany Early 19th century 1814–59ValoraciónPromedio:
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All'interno della vastissima opera leopardiana, i Canti e le Operette morali si stagliano come i due capolavori assoluti del primo Ottocento, mostrando il genio straordinario dell'autore sia nella poesia sia nella prosa - o meglio dimostrando che le due forme o generi sono in realtà la stessa cosa, e che ciò che veramente importa nell'arte è il pensiero che la sorregge.
I Canti sono forse la raccolta poetica più conosciuta degli ultimi due secoli, sia nella sua interezza sia sgranata in quelle perle di assoluta perfezione che sono "A Silvia", "L'infinito", "La sera del dì di festa", il "Passero solitario", "Il canto notturno di un pastore errante dell'Asia".
Delle Operette morali, si può dire che mai un'opera tanto perfetta fu meno conosciuta: al di là del famosissimo "Dialogo della Natura e di un Islandese", alcune di esse rimangono ad oggi troppo poco esplorate, come la "Storia del genere umano"o il "Dialogo di Federico Ruysch e delle sue mummie". Un insegnamento, quello di Leopardi, che non conosce declino, e che racconta tutta la verità facendo leva sullo strumento più efficace che esista: le nostre emozioni.
L'autore
Giacomo Leopardi nacque a Recanati nel 1798. Dotato di un'intelligenza prodigiosa, prima dei quattordici anni aveva già divorato la ricca biblioteca paterna divenendo una piccola autorità nella filologia antica.
Gli anni di studio "matto e disperatissimo" minarono però la sua costituzione, precludendogli ogni possibilità di condurre un'esistenza normale e contribuendo a sprofondarlo in un pessimismo radicale.
Tra i pochi eventi della sua vita si ricordano il deludente viaggio a Roma del 1822 e l'amicizia maturata a Firenze con Antonio Ranieri, esule borbonico in compagnia del quale avrebbe vissuto fino alla morte, avvenuta a Napoli nel 1837.
Tra le sue numerose opere, pochissime delle quali pubblicate in vita, spiccano il Discorso di un italiano intorno alla poesia romantica (1818), i due volumi della Crestomazia italiana (1827), lo Zibaldone di pensieri (1832), i Paralipomeni alla Batracomiomachia (1834) e i suoi due capolavori: i Canti e le Operette morali, le cui edizioni definitive furono entrambe pubblicate a Napoli nel 1835. ( )