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Cargando... La verità della suora storta: [romanzo]por Andrea Vitali
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Inscríbete en LibraryThing para averiguar si este libro te gustará. Actualmente no hay Conversaciones sobre este libro. Ho letto molti romanzi di Vitali e sono sempre una garanzia di ironia, leggerezza e vivacità. Anche questo non fa eccezione e già dopo poche frasi ci sentiamo di nuovo a casa: naturalmente a Bellano, stavolta agli inizi degli anni '70. Cambia l'epoca e forse i costumi, ma non cambiano gli elementi che da sempre ci rendono cari i suoi libri: protagonisti semplici, a volte un pochino eccentrici ma sempre molto umani, e un clima familiare, quasi casalingo. Stavolta l'ironia è molto più tenue dato che il tono del romanzo è più che altro nostalgico, ma non mancano scenette divertenti per stemperare l'atmosfera. Niente da dire sullo stile, come al solito diretto e coinciso: si va subito al sodo, senza divagazioni. Il problema coi libri di Vitali è che ormai (vista anche la grande quantità che ne sforna) assomigliano più ad un "prodotto" ben riuscito che ad un'opera letteraria. Sappiamo già cosa aspettarci: certo non rimaniamo delusi, ma neanche particolarmente colpiti. sin reseñas | añadir una reseña
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Google Books — Cargando... GénerosSistema Decimal Melvil (DDC)853.914Literature Italian Italian fiction 1900- 20th Century 1945-1999Clasificación de la Biblioteca del CongresoValoraciónPromedio:
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"A quest'ora, se non aveva niente da fare in reparto,
se ne andava di sotto in lavanderia a dare una mano
oppure filava nella cappelletta a pregare.
La suora storta non stava mai ferma.
Quando la chiamavano e bisognava cercarla
c'era da diventare matti.
Doveva sempre fare qualcosa.
Sembrava che qualcuno l'avesse condannata
ai lavori forzati."
Questo è il secondo libro che leggo di Andrea Vitali, e conferma la mia opinione: non mi piace. Anche se, devo dirlo, questo libro è migliore de Le belle Cece, l'altro libro che ho letto, sempre per questa challenge.
Ci troviamo a Bellano. Il protagonista, possiamo dire, è Sisto Santo, tassista. Un giorno, una donna sale sulla sua vettura, diretta al cimitero... E ci arriva morta, senza che Sisto si sia accorto di nulla se non quando era troppo tardi. La donna non ha documenti, così il maresciallo Riversi cerca di scoprire la sua identità, scavando in qualcosa di inaspettato. E l'unica che sa la verità è una suora tutta storta che un tempo stava all'ospedale.
Questa storia, come ho detto, l'ho trovata più interessante di quella nell'altro libro, e anche meglio fatta, seppure sempre scritta in questo stile che a me davvero non va giù. L'ho trovata con più senso di quella raccontata in Le Belle Cece e, forse, se fosse stata scritta meglio, mi sarebbe piaciuta di più.
Sisto e il maresciallo sono i personaggi con più spessore in questo romanzo: il primo, orfano, con quel dito mignolo mancante simbolo delle cose che gli sono sempre mancate nella vita, ma che riesce a farsi una vita prima come meccanico e poi come tassista. Il secondo spinto da senso del dovere dopo la scoperta che ci potrebbe essere un figlio o una figlia in vita, senso del dovere anche nei confronti di quel figlio tanto desiderato da lui e dalla moglie ma che i due aspettano ad avere per preparare un luogo adatto e un futuro sicuro.
Anche il personaggio dello Scatòn mi è piaciuto abbastanza, un uomo coi piedi per terra senza il quale ( e senza la sua malattia)non si sarebbe venuti a capo di nulla.
Gli altri, invece, sembrano esistere solo per tenere il segreto, come l'avvocato, ma anche il prevosto, che pur non sapendo la verità vorrebbe non andare a scavare. Alla fine è proprio la suora storta, quel personaggio enigmatico e sorprendente di cui nessuno sa nulla se non che era storta, appunto, e che lavorava nell'ospedale fino al trasferimento.
Insomma, forse, e dico FORSE, se me lo chiedessero potrei leggere un altro libro di Vitali. Ma per ora, vado a leggere altro. ( )