Splendida opera che i Meridiani dedicano ad una scrittrice del nostro novecento purtroppo poco nota al grande pubblico. Autrice di alcuni libri memorabili, il più famoso è Artemisia, ha rivelato in tutti i suoi scritti una sensibilità non comune e una prosa elegante, composta anche nelle pagine dense di pathos. Attenta alla condizione femminile tra ottocento e novecento, Anna Banti crea ritratti memorabili di donne segregate in esistenze a senso unico, prigioniere della loro solitudine di madri e mogli. L'analisi sociale della tormentata condizione femminile appare esplicitamente nei titoli: Itinerario di Paolina, Artemisia, Lavinia fuggita, Le donne muoiono, Il coraggio delle donne, Le monache cantano.
E' pur vero che la Banti negò un'adesione vera e propria al femminismo, "Il mio - disse - è più una forma di umanesimo.
Il volume è arricchito da un bellissimo saggio introduttivo firmato da Fausta Garavini, a cui si deve l’intero progetto editoriale.
Il volume riunisce la narrativa breve e lunga della Banti, a partire da "Itinerario di Paolina" del 1937, "ricordi di una donna che rievocava, in terza persona, la sua infanzia e la sua adolescenza, Noi credevamo" (1967), ispirato alle vicende del nonno rivoluzionario calabrese; "La camicia bruciata" (1973); "Un grido lacerante" (1981), pagine scritte a dieci anni dalla scomparsa di Roberto Longhi, critico e storico dell'arte compagno di una vita ( )