PortadaGruposCharlasMásPanorama actual
Buscar en el sitio
Este sitio utiliza cookies para ofrecer nuestros servicios, mejorar el rendimiento, análisis y (si no estás registrado) publicidad. Al usar LibraryThing reconoces que has leído y comprendido nuestros términos de servicio y política de privacidad. El uso del sitio y de los servicios está sujeto a estas políticas y términos.

Resultados de Google Books

Pulse en una miniatura para ir a Google Books.

Cargando...

La República de las Letras

por Marc Fumaroli

MiembrosReseñasPopularidadValoración promediaMenciones
541478,251 (3.75)1
A provocative exploration of intellectual exchange across four centuries of European history by the author of When the World Spoke French In this fascinating study, preeminent historian Marc Fumaroli reveals how an imagined "republic" of ideas and interchange fostered the Italian Renaissance, the Enlightenment, and the French Revolution. He follows exchanges among Petrarch, Erasmus, Descartes, Montaigne, and others from the fifteenth through the eighteenth centuries, through revolutions in culture and society. Via revealing portraits and analysis, Fumaroli traces intellectual currents engaged with the core question of how to live a moral life-and argues that these men of letters provide an example of the exchange of knowledge and ideas that is worthy of emulation in our own time. Combining scholarship, wit, and reverence, this thought†'provoking volume represents the culmination of a lifetime of scholarship.… (más)
Cargando...

Inscríbete en LibraryThing para averiguar si este libro te gustará.

Actualmente no hay Conversaciones sobre este libro.

» Ver también 1 mención



Fumaroli is a professor emeritus at the Collège de France and a member of the British Academy, the Académie française, the American Academy of Arts and Sciences, and the Société d’histoire littéraire de la France. Vergnaud is an editor and literary translator who has translated works from the French by authors such as Mohand Fellag, Joy Sorman, Marie-Monique Robin, and Scholastique Mukasonga.

An interesting history of the flow of ideas through Europe from the 15th to the 18th Century. The letters were a source of exchanging ideas in the time when communications across distances were very primitive. Examining the writings of Petrarch, Erasmus, Descartes, Montaigne, and others Fumaroli creates the web of exchange. The idea of mass-produced journals was still a long way away. Also, the ideas exchanged may not be readily accepted by those in power. Humanism versus the clergy would extend into the 18th century. Index Librorum Prohibitorum was a list of banned books from the Roman Church. The Spanish Inquisition did not officially end until 1834. Too public of exchange of ideas could bring serious consequences.

An interesting study of the flow of intellectual history in Europe. The spread of ideas from Rennesance Italy throughout Europe. The moral and social questions that became the modern Western world are captured in their earliest stages. The Republic of Letters was an unofficial university for a state without a state. A complex book and not for those looking for an easy read. ( )
  evil_cyclist | Mar 16, 2020 |
sin reseñas | añadir una reseña
Debes iniciar sesión para editar los datos de Conocimiento Común.
Para más ayuda, consulta la página de ayuda de Conocimiento Común.
Título canónico
Información procedente del Conocimiento común francés. Edita para encontrar en tu idioma.
Título original
Títulos alternativos
Fecha de publicación original
Personas/Personajes
Lugares importantes
Acontecimientos importantes
Películas relacionadas
Epígrafe
Dedicatoria
Primeras palabras
Citas
Información procedente del Conocimiento común italiano. Edita para encontrar en tu idioma.
«Quando oggi ci imbattiamo nell’espressione un po’ misteriosa di «Repubblica delle Lettere», ci rendiamo subito conto di avere a che fare con una figura retorica di pensiero, nel caso presente con un’allegoria politica, elogiativa o ironica, nata nel Quattrocento per designare quella istituzione informale di ricerca e di cooperazione amichevole che assicura ai suoi membri, al di là dei confini e delle specificità politiche e religiose, un margine comune di cooperazione sapiente neolatina, nonostante differenze linguistiche e politiche: monarchie «assolute» (Roma, Vienna, Madrid, Parigi), repubbliche aristocratiche (Firenze, Venezia), repubbliche borghesi (Province Unite olandesi, 1579-1795), liberi porti anseatici.

La Repubblica delle Lettere, Stato senza Stato, non ispirava alcuna diffidenza alle monarchie dell’Ancien Régime che, sull’esempio di Luigi XIV, l’avevano nazionalizzata nelle loro accademie mondane o dotte. Dalle file delle società letterate locali, parti di un tutto che è la Repubblica delle Lettere europea, reclutata per cooptazione tra pari sotto gli occhi del principe, lo Stato monarchico assume spesso il suo personale, scegliendolo fra quello più competente e sollecito, all’occorrenza chiamandolo anche dall’estero. […]

La «Repubblica delle Lettere» nasce nel contesto di una lunga querelle de la langue, nel corso della quale il latino scolastico e medioevale – lingua dotta, lingua dell’insegnamento universitario parigino, lingua dei teologi, lingua comune alle università europee – si trova decostruito e svalutato dai filologi cosiddetti «umanisti». Essi fanno «rinascere» il latino classico, quello delle bolle papali e di Cicerone, e incoraggiano i partigiani delle lingue vernacolari a correggere il loro dialetto sulla base del latino di Cicerone o di Seneca. Dante, Petrarca, Bembo scrivono fra i tre poli linguistici in conflitto, il latino universitario di ieri, il neolatino ciceroniano e virgiliano conservato dalla curia romana, e quello ripreso per proprio conto dal poeta Petrarca. Il vernacolo toscano, riformato sul modello ciceroniano da Dante, depurato da Petrarca, nobilitato da Pietro Bembo sul modello grammaticale e retorico del latino augusteo, offre all’Europa una linea di discendenza esemplare, che concilia il principio unitario e molteplice della curia romana con lo stesso principio molteplice e federatore che fa coesistere nel Sacro Romano Impero Germanico i tanti diversi principati e regni cattolici. […]

Alla fine del Settecento, anche le università tedesche devono sacrificare il latino e ricorrere nel loro insegnamento alla lingua vernacolare, mentre le corti tedesche, dopo i trattati di Vestfalia, si sono convertite alla diplomazia e alla galanteria in lingua francese, non senza resistenze del mondo accademico a tale colonizzazione linguistica. L’accentramento francese ha permesso allo Stato monarchico un’espansione decisa e di lungo respiro, secondo una linea di straordinaria continuità che parte da Francesco I, passa per Richelieu e viene perfezionata con successo da Colbert. L’amministrazione regia spinge le sue ambizioni fino a fare del francese dei letterati e dei sapienti la lingua universale dell’Europa erudita, destinata a succedere al latino di Cicerone, dei papi, e della curia romana. Parigi è stimolata dai suoi grandi ministri a diventare un importante laboratorio di traduzione, e a moltiplicare nelle capitali europee la diffusione di «notizie» politiche e letterarie stampate in francese, fenomeno che non sopravvivrà di molto al Blocco continentale napoleonico. […]

Il «sublime», segreto della libertà dei letterati
Nell’Alessandria dei Tolomei, diversi secoli dopo Pericle e dopo Demostene, un retore sconosciuto (lo «pseudo-Longino», l’Anonimo), aveva espresso uno scoramento intriso di superbia: era nato troppo tardi in un’epoca sterile e al contempo raccomandava alcuni mezzi per salvarsi dalla decadenza. Il sublime trattato Del sublime ebbe notevoli ripercussioni durante tutto l’Impero romano su Tacito e il suo Dialogo sull’oratoria, su Quintiliano e la sua Institutio oratoria, e tornò a fare sentire clandestinamente la propria voce nel Quattrocento italiano. […]

Dopo un lunghissimo silenzio, si arriva all’inizio del Cinquecento, nell’ambiente appassionato dell’Antichità grecizzante dell’Accademia romana, deciso a uscire dalle «tenebre» medioevali e a basarsi sull’Antichità ritrovata per far «rinascere» una cultura urbana , nel senso in cui la intende nel 1528 Il Cortegiano di Baldassarre Castiglione, e cioè nobiltà cortese dallo spirito libero e dal fisico armonioso: un kalòs kagathós cristiano, uguale e diverso. […].

Nasce allora quella scienza così singolare per noi, l’antiquaria, che per tre secoli estenderà su tutta l’Europa la sua vasta rete di ricerche e di collezioni. L’oggetto della Repubblica delle Lettere, almeno per i suoi cittadini più grandi, un Pirro Ligorio, un Fulvio Testi, un Nicolas Fabri Peiresc, un Cassiano dal Pozzo, uno Scipione Maffei, un Anne de Caylus, un Quatremère de Quincy, oggi sconosciuti, è quello stesso che nel suo trattato lo pseudo-Longino indicava alle grandi anime isolate e nate troppo tardi, in un tempo inaridito: l’impegno nella riscoperta, ricostituzione e imitazione delle opere, distrutte o lacunose, prodotte dal genio dell’Antichità greco-romana, delle più gloriose come delle più modeste.

Una comunità di grandi anime si è proclamata con discrezione Repubblica delle Lettere nell’Europa denominata dalle monarchie dell’Ancien Régime. Questa vasta rete di eruditi – filologi e archeologi, numismatici e medaglisti – ha funzionato da incubatrice perché, pur riportando in vita il mondo antico e pur imitandolo nel senso dello pseudo-Longino (in altre parole, reinventandolo), ha mantenuto la temperatura della ricerca e il margine della libertà filosofica a un livello favorevole alla nascita del mondo moderno. Il segreto della Repubblica delle Lettere va ricercato nel trattato dello pseudo-Longino, che insegna a non essere prigionieri del proprio tempo sterile e tardo e neppure del tempo antico e fecondo, nonostante la genialità delle sue scoperte e delle opere originarie che bisogna reinventare.»
Últimas palabras
Aviso de desambiguación
Editores de la editorial
Blurbistas
Idioma original
Información procedente del Conocimiento común francés. Edita para encontrar en tu idioma.
DDC/MDS Canónico
LCC canónico

Referencias a esta obra en fuentes externas.

Wikipedia en inglés

Ninguno

A provocative exploration of intellectual exchange across four centuries of European history by the author of When the World Spoke French In this fascinating study, preeminent historian Marc Fumaroli reveals how an imagined "republic" of ideas and interchange fostered the Italian Renaissance, the Enlightenment, and the French Revolution. He follows exchanges among Petrarch, Erasmus, Descartes, Montaigne, and others from the fifteenth through the eighteenth centuries, through revolutions in culture and society. Via revealing portraits and analysis, Fumaroli traces intellectual currents engaged with the core question of how to live a moral life-and argues that these men of letters provide an example of the exchange of knowledge and ideas that is worthy of emulation in our own time. Combining scholarship, wit, and reverence, this thought†'provoking volume represents the culmination of a lifetime of scholarship.

No se han encontrado descripciones de biblioteca.

Descripción del libro
Resumen Haiku

Debates activos

Ninguno

Cubiertas populares

Enlaces rápidos

Valoración

Promedio: (3.75)
0.5
1
1.5
2
2.5
3
3.5 1
4 1
4.5
5

¿Eres tú?

Conviértete en un Autor de LibraryThing.

 

Acerca de | Contactar | LibraryThing.com | Privacidad/Condiciones | Ayuda/Preguntas frecuentes | Blog | Tienda | APIs | TinyCat | Bibliotecas heredadas | Primeros reseñadores | Conocimiento común | 204,500,971 libros! | Barra superior: Siempre visible