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Cargando... Ferocity (2014)por Nicola Lagioia
Italian Literature (311) Cargando...
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Southern Italy, the 1980s. On a hot summer's night under a full moon, far from the outlying neighborhoods of a southern Italian metropolis, Clara stumbles naked, dazed, and bloodied down a major highway. When she dies no-one is able to say exactly how or why, but her brother cannot free himself from her memory or from the questions surrounding her death. The more he learns about her life and death, the more he uncovers the moral decay at the core of his family's ascent to social prominence. At once an intimate family saga, a history of an entire region, and a portrait of the moral and political corruption of a whole society, Ferocity is an exhilarating, ambitious, and vivid work of fiction by Italy's foremost literary novelist. -- amazon.com No se han encontrado descripciones de biblioteca. |
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Google Books — Cargando... GénerosSistema Decimal Melvil (DDC)853.92Literature Italian Italian fiction 1900- 21st CenturyClasificación de la Biblioteca del CongresoValoraciónPromedio:
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Leggibile… ma se ad ogni angolo di questo mondo dovessimo intravedere spiriti o recondite simbologie non basterebbero i multi-mondi di Bohr per rifuggirne.
La predizione è molto ardua, soprattutto se riguarda il futuro. (Niels Bohr) (all’inizio)
E seppure qualcuno ha ventato il pensiero debole come imperante, qualcun altro (ad esempio Lagioia) torna agli istinti forti adducendo che solo quelli ci fanno inchiostrare le pagine del presente.
Se gli uomini d’affari non tenessero alta la soglia dell’inconsapevolezza, se lasciassero affiorare ragionamenti che in superficie esploderebbero nella loro totale contradditorietà, non guiderebbero il mondo come fanno. (117)
Le amiche cercavano di consolarla. Gioia, seduta tra di loro sul divano del soggiorno, continuava a tessere le lodi della sorella morta. Quanto era stata bella. Ricordo’ a tutti il modo confondibile con cui faceva ingresso in una stanza. Una linea sottratta all’indifferenziata gabbia acustica da cui siamo circondati - allora sapevi che Clara era a pochi passi. (156)
L’ingegno umano era libero di inventarsi le architetture piu’ strambe, quelle che piu’ lo illudevano di staccare l’ombra dal terreno che le aveva generate. Ma il fondo delle cose (l’umida terra sotto le pale eoliche, il verme nella serra, la bianca polvere che si levava ovunque) restava chiuso nel suo mistero. Erano i boschi di sempre. Topo segue pifferaio. Carrozza diventa zucca. Lupo mangia maialino. Ragazza in fondo al pozzo. Specchio specchio… (158)
L’agnello crea la tigre facendosi mangiare da lei. (205)
Adesso Clara lo sentiva. Era convinta che il demone lucente di Michele - la traccia che sentiamo dopo aver frequentato una persona a sufficienza perche’ i suoi caratteri primari si ricombinino dentro noi in modo via via piu’ complesso, fino ad avere vita propria - scintillasse in coloro che lo avevano conosciuto da ragazzo. (276)
Ma Michele non cercava la verita’. Qualcosa di piu’ sottile. La nera membrana di celluloide dentro cui e’ imprigionato un fantasma che scompare in fase di sviluppo. Neanche la menzogna, ma un gesto. Qualcosa che spezzasse la catena dei significati, cosi’ che la sete di verita’ non fosse mai nemmeno nata. (365)
Splendido e feroce come la bocca spalancata della tigre di cui aveva letto da ragazzo. (405)
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