C’è un Calvino intermedio tra quello magico delle fiabe moderne, del visconte dimezzato o del barone rampante, e quello dei grandi saggi sulla letteratura. C’è uno scrittore equilibrato e geniale, quello degli esordi editoriale con i sentieri dei nidi di ragno e che ritrovo in questo lungo racconto; o breve romanzo. Ma la paginazione è inversamente proporzionale alla qualità, le avventure, o meglio le disavventure, imprenditoriali di Quinto appassionano al punto di avere un solo timore durante la lettura; la fine del libro. Ambientato in un paese della riviera ligure e chiaramente ispirata a fatti di diretta conoscenza di Calvino, la speculazione edilizia racconta la storia di Quinto, giovane intellettuale comunista, che si appassiona all’idea che la propria famiglia possa aderire ai successi imprenditoriali dell’Italia del dopoguerra. Quinto non cerca la ricchezza, ma l’azzardo, far parte del giro, impegolando la madre ed il fratello, Ampelio, un chimico, negli affari con Caisotti, tipico piccolo costruttore di quegli anni. Un affresco dell’Italia e degli italiani di rara bellezza proprio nella capacità di Calvino di riuscire a conciliare idee geniali con una scrittura perfetta. Poche pagine, ma di grande letteratura. ( )

Romanzo-saggio dall'alto contenuto autobiografico sull'Italia degli anno '50. Scrittura eccellente e quadro sociologico acutissimo dell'Italietta del boom economico del dopoguerra. ( )