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Cargando... La vida es bellapor Roberto Benigni, Vincenzo Cerami (Screenwriter)
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Dal loro amore, più forte delle discriminazioni e della propaganda antisemita, nasce Giosuè. Cinque anni dopo la situazione precipita e Guido e Giosuè vengono deportati. Condannati all'inferno, Guido oppone instancabilmente la forza del sogno all'incubo troppo reale dei campi di concentramento. Giorno dopo giorno convince il figlio che quello a cui assiste è soltanto un immenso gioco di ruoli in fondo al quale si vince un tank. Guido traveste l'orrore, lo adatta, lo dirotta perché il suo bambino non smetta mai di sognare. (fonte: Mymovies) Italia, 1939. Guido Orefice è un uomo italiano di origine ebraica che, trasferitosi dalla campagna toscana, si reca dallo zio ad Arezzo con l'amico Ferruccio. Durante il tragitto, dove viene scambiato per il re Vittorio Emanuele III, incontra una giovane maestra elementare di nome Dora, a cui subito dà il soprannome di principessa, innamorandosene. Arrivato in città, viene ospitato da suo zio Eliseo, maître del Grand Hotel, dove Guido inizia a lavorare come cameriere. Quello stesso giorno, in municipio, avviene un litigio con Rodolfo, arrogante e pomposo burocrate fascista, in seguito al quale entrambi si danno il nome di "scemo delle uova", perché Guido appoggia alcune uova nel cappello di Rodolfo che, quando lo indossa, gli si rompono sulla testa. Un giorno Guido, incontrando nuovamente Dora, scopre che è fidanzata con Rodolfo. Intanto, all'hotel, il cameriere fa anche amicizia con il dottor Lessing, un medico tedesco appassionato, come lui, di indovinelli. Saputo che un ispettore scolastico ospite dell'hotel è convocato il giorno dopo in una scuola elementare per una lezione antropologica a favore della razza ariana, trova uno stratagemma per sostituirsi a costui pur di incontrare Dora che insegna nella stessa scuola. Il vero ispettore arriva quando la lezione ha già ormai ridicolizzato l'obiettivo iniziale e Guido, fuggito poi da una finestra, ha raggiunto il suo scopo. Una sera Dora va a teatro con Rodolfo e i suoi amici: Guido la segue e, con un altro stratagemma, la porta via al fidanzato e fanno una passeggiata insieme. Mentre la accompagna a casa sua, Guido le confessa infine il proprio amore per lei. Qualche sera dopo, proprio al Grand Hotel, Rodolfo è in procinto di festeggiare il fidanzamento ufficiale con Dora, la quale non è mai stata veramente innamorata di lui, ma costretta al connubio dalla madre: la donna quindi decide di contraccambiare i sentimenti di Guido e, al termine della serata, va via con lui, che entra nel ristorante sul cavallo bianco dello zio Eliseo, incurante che sul dorso dell'animale ignoti avessero scritto "cavallo ebreo" (è già incominciata infatti la discriminazione razziale). A Rodolfo non rimane che incappare nell'ennesimo uovo, stavolta un grande uovo di struzzo etiope coloniale, che rovina sulla sua testa. Guido e Dora si sposano e dal loro amore nasce Giosuè. 1944. Siamo nel pieno della seconda guerra mondiale, nel periodo caldo delle persecuzioni contro gli ebrei. Nonostante questi eventi, che segnano irrimediabilmente la storia dei protagonisti, la famiglia sembra vivere un periodo abbastanza felice: Guido è riuscito ad aprire una propria libreria, nonostante quasi nessuno si presenti a causa delle persecuzioni, mentre Dora continua a lavorare nella sua scuola. Questo periodo viene bruscamente interrotto quando, il giorno del compleanno di Giosuè, Guido e suo figlio insieme allo zio Eliseo vengono catturati dai nazisti e caricati su un treno insieme ad altri ebrei per la deportazione in un lager. Dora, giunta a casa con la madre e trovati i segni del passaggio delle truppe nazifasciste, arriva in tempo alla stazione per chiedere ai soldati di guardia di salire anche lei sul treno, pur non essendo ebrea, per seguire il marito e il figlio. Guido rivedrà di sfuggita la moglie soltanto in una occasione, all'arrivo al lager. Lo zio Eliseo, troppo anziano per lavorare, viene invece destinato subito alla camera a gas. Negli spogliatoi mostra un'ultima volta il suo nobile contegno signorile aiutando una donna delle SS a rialzarsi dopo che questa è scivolata, ricevendo in cambio un'occhiataccia di odio e rimprovero. Pur di proteggerlo dagli orrori della realtà, sin dall'inizio del tragico viaggio in treno Guido racconta a Giosuè che stanno partecipando a un gioco a premi, in cui si dovranno affrontare numerose prove per vincere un carro armato vero. Quando il comandante si presenta nella baracca per spiegare il regolamento del lager, Guido si spaccia come interprete traducendo volutamente in modo sbagliato le sue parole, tra le perplessità degli altri prigionieri e il divertimento del piccolo. Col passare dei giorni Giosuè entra attivamente nel vivo del "gioco", tra le cui "regole" c'era quella di rimanere nascosti nella camera riservata a suo padre e ad altri prigionieri, in realtà per evitare che in caso di cattura fosse destinato alla camera a gas. Durante una visita medica prima della camera a gas, Guido incontra nuovamente Lessing, il medico tedesco del Grand Hotel, che sei anni prima era rientrato a Berlino proprio per prendere parte alla soluzione finale nei confronti degli ebrei. Questi, ora membro del partito nazista, lo risparmia dalla camera a gas, offrendogli un lavoro come cameriere ai tavoli di una cena degli ufficiali tedeschi: Guido riesce a farvi partecipare anche suo figlio per sfamarlo dignitosamente, confuso tra gli altri figli di ufficiali nel tavolo a loro riservato, illudendosi che il medico voglia mettere una buona parola per lui e per sua moglie. Grande sarà la sua delusione quando, quella stessa sera, il dottore lo chiamerà a sé soltanto per sottoporgli un assurdo indovinello a cui non trovava soluzione e per il quale era disperatissimo, facendo soltanto scoprire che era diventato pazzo per gli indovinelli oltre che per gli orrori della guerra che si evince chiaramente disprezzi. Terminata la cena, Guido e il bambino addormentato sulle sue braccia tornano al campo, dopo aver visto una montagna di cadaveri ebrei destinati al forno crematorio. 1945. Una notte, all'improvviso, con la fine della guerra e dell'occupazione nazista, i soldati tedeschi cominciano freneticamente ad abbandonare il campo dopo aver fatto strage dei deportati rimasti. Guido, dopo aver nascosto Giosuè in una cabina dicendogli di giocare a nascondino e promettendogli di ritornare, si mette alla ricerca di Dora tramite un travestimento. L'uomo tenta di raggiungere il camion delle detenute ma viene scoperto dalle SS: portato dietro a un vicolo dopo aver fatto l'occhiolino a Giosuè (come segno d'addio), viene fucilato da un soldato tedesco. Il mattino seguente il lager viene liberato dagli americani e tutti i soldati tedeschi si danno alla fuga o vengono catturati. Giosuè esce dalla cabina in cui era stato tutta la notte nascosto in silenzio ed è infine salvato da un soldato americano, che lo fa salire sul suo carro armato: il bambino, convinto di aver vinto il premio finale, grida: «È vero!». Giosuè, accompagnato in spalla dal soldato che lo ha trovato, riconosce sua madre, che cammina nel gruppo di prigioniere liberate, e finalmente la riabbraccia, gridando felice: «Abbiamo vinto!». sin reseñas | añadir una reseña
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A charming but bumbling waiter who's gifted with a colorful imagination and an irresistible sense of humor has won the heart of the woman he loves and has created a beautiful life for his young family. Then that life is threatened by World War II. No se han encontrado descripciones de biblioteca. |
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