Imagen del autor
22+ Obras 302 Miembros 7 Reseñas

Sobre El Autor

Incluye el nombre: Simona Vinci

Obras de Simona Vinci

In Every Sense Like Love (1999) 31 copias
Stanza 411 (2006) 23 copias
La prima verità (2016) 22 copias
Parla, mia paura (2017) 22 copias
Outsiders (2010) — Autor; Autor — 19 copias
Strada provinciale tre (2007) 17 copias
Brother and sister (2003) 12 copias
Matildacity (1998) 10 copias
rovina (2007) 7 copias

Obras relacionadas

Alicia en el país de las maravillas (1865) — Prólogo, algunas ediciones25,461 copias
Special (2002) — Traductor, algunas ediciones125 copias

Etiquetado

Conocimiento común

Fecha de nacimiento
1970
Género
female
Nacionalidad
Italy
Premios y honores
Premio Dessì (2008)

Miembros

Reseñas

E' un romanzo? E' un saggio? E' un libro di cronaca? E' tutti e tre forse. Scritto abbastanza bene ma troppo troppo femminile (due personaggi su una trentina sono maschi, anche se il co-protagonista è un bambino), troppo non chiaro nella sua stesura fra passato remoto, passato prossimo e presente.
Se lo vedo come esperimento di scrittura, che mischia vari generi fra loro, è sicuramente un bel libro. Forse poteva essere un po' più lungo, più aperto, più sempice nella sua stesura: che in alcuni punti accelera troppo, come se ci fosse una spinta a chiudere il capitolo, il capoverso, il libro sempre in fretta.… (más)
 
Denunciada
sbaldi59 | otra reseña | Mar 18, 2019 |
Es hat ziemlich lange gedauert bis is dann endlich dieses Buch gelesen habe.
Ich fand es so gut, dass ich es in einem Tag ausgelesen habe. Schade, das ich damit fertig bin, aber ich konnte es einfach nicht liegen lassen.

Die Geschichte, wie sie erzählt wurde, alles hat mir am Buch gefallen.
½
 
Denunciada
BoekenTrol71 | otra reseña | Jan 13, 2019 |
Autobiografia di un forte disagio: attacchi di panico, ansia, dismorfofobia. Ha il valore di una testimonianza.
 
Denunciada
gianoulinetti | Dec 10, 2017 |
Incipit
”Un lettino di ferro con le sbarre bianche e un corpo nudo, quello di una bambina tra il sette e dieci anni. Che è una femmina, si capisce solo del taglio tra le gambe unite e tenute ferme da una cinghia di contenzione. Anche le braccia sono legate alle sponde con due strisce di tela e tutto il peso del corpo si regge sui gomiti. Dietro la schiena, un cuscino macchiato e sotto il sedere, una tela cerata. Nell’angolo il fondo a destra si intravede un materasso a righe.
Poi c’è il buio.”

Un libro che parla di manicomi, di repressione di malati (ma anche di politici), di torture e di sofferenze.
Gli ambienti sono diversi: per gran parte la storia è ambientata nell’isola di Leros, dove, per lungo tempo, fino agli anni ‘70, furono internati, in un lugubre edificio, i “matti” di tutta la Grecia e, dopo il colpo di Stato dei colonnelli, nel 1969, anche gli oppositori politici. Tra questi il poeta Yannis Ritsos, al quale si ispira uno dei personaggi del libro.
Un altro luogo è Budrio, dove il rapporto con i “matti”, seppure meno drammatico, è frequente e colpisce la fantasia dei bambini. A Budrio c’erano due istituti psichiatrici: il San Gaetano e Villa Donini, con un totale di circa 600 ricoverati.
Infine, l’ultimo luogo raccontato nelle pagine finali del libro è Freetown in Sierra Leone: si tratta dell’ospedale psichiatrico Kissy Mental, che era l’unico in tutto il Paese.

Questo libro mi ha colpito perché condivido con l’autrice l’interesse per la storia dei manicomi e delle tante vite legate a queste istituzioni. C’è sempre in questi luoghi qualcosa di misterioso, di segreto e di vergognoso, come se fossero luoghi sotterranei. Per questo siamo attratti nel desiderio di esplorarli e affascinati dalla ricerca del segreto, anche se, spesso, alla fine, ci troviamo davanti a vicende banali, di “ordinaria follia” e non riusciamo raggiungere una comprensione maggiore di quella dalla quale eravamo partiti.
Ho segnato un pezzo che mi ha colpito, che riguarda la passione per le ricerche negli archivi e per lo scavo nei faldoni, la curiosità che ci spinge, come dei “minatori”, a cercare tra le storie delle risposte:

“Questa stanza nel seminterrato di un edificio di un’isola sperduta nell’Egeo, con i suoi veli di ragnatele che sembravano millenarie, lo strato di polvere oleoso che ricopriva ogni cosa, per lei era un sogno … Una fila di faldoni scoloriti e in disordine. Registri annuali, cartelle di pazienti, fotografie, tutto affastellato senza un ordine cronologico, quasi scompigliato di proposito, come se conoscere la storia di quel posto e delle persone che ci erano finite dentro dovesse risultare impossibile a chiunque avesse osato metterci le mani in mezzo … Forse, pensò Angela, dietro non c’era niente di strano o misterioso, niente che valesse la pena di essere indagato, davvero doveva trattarsi solo di incuria e disinteresse, perché in effetti le vite di quelle persone erano irrilevanti. Erano irrilevanti i loro nomi, le loro facce, le diagnosi a loro riferite, irrilevante la durata del loro passaggio in questo posto in particolare e, in generale, del loro passaggio sulla terra. Decine, centinaia, migliaia di disadattati, psicopatici, cerebrolesi, deficienti, handicappati, casi umani tutti diversi, ma in fondo tutti uguali”
(Pagine 64 65)

Dunque “irrilevanti”, da nascondere, da tenere lontani (non a caso i manicomi erano costruiti sempre lontani dalle città e addirittura nelle isole chiusa). Ma questo disordine dell’archivio corrisponde bene al disordine del “mondo di sopra”, dove si aggirano i “matti”, lasciati a se stessi, tra la sporcizia, oggetti di semplice custodia o peggio di contenzione, e mai di cura.
… (más)
½
 
Denunciada
ren47 | otra reseña | Mar 1, 2017 |

Premios

También Puede Gustarte

Autores relacionados

Estadísticas

Obras
22
También por
3
Miembros
302
Popularidad
#77,842
Valoración
4.1
Reseñas
7
ISBNs
51
Idiomas
12

Tablas y Gráficos