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Obras de Pietrangelo Buttafuoco

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Un panegirico è un discorso o un’opera scritta che elogia e celebra una persona, un’istituzione o un evento. In altre parole, è un elogio formale che esprime l’ammirazione e l’apprezzamento per il soggetto in questione. Nel caso specifico a cui mi riferisco, il giornalista e scrittore Pietrangelo Buttafuoco ha scritto un panegirico su Silvio Berlusconi, ossia un testo che esalta le qualità e le sue azioni, elogiando il suo operato come imprenditore e come leader politico. Un panegirico non è necessariamente oggettivo, e può contenere una visione parziale o distorta della realtà. Resta un esercizio letterario soggettivo, una forma di scrittura creativa con numerosi esempi di precedenti storici nella storia della letteratura e della retorica. Eccone alcuni:

- “Pericle” di Lisia: un discorso funebre pronunciato in onore di Pericle, celebre politico e generale ateniese del V secolo a.C.

- “Panegírico” di Plinio il Giovane: un’opera letteraria che celebra la figura dell’imperatore Traiano, scritta dal celebre avvocato e scrittore romano Plinio il Giovane nel II secolo d.C.

- “Panegyricus” di Giovanni Crisostomo: un discorso pronunciato dal celebre retore e teologo cristiano Giovanni Crisostomo nel IV secolo d.C. in onore di sant’Efrem il Siro.

- “Panegyricus” di Isocrate: un’opera letteraria scritta dal celebre oratore greco Isocrate nel IV secolo a.C., che celebra la grandezza della città di Atene.

- “In memoriam A.H.H.” di Alfred Tennyson: un poema elegiaco scritto dal poeta inglese Alfred Tennyson nel XIX secolo, che celebra la vita e la morte dell’amico Arthur Henry Hallam.

I panegirici sono spesso caratterizzati dall’utilizzo di diverse tecniche retoriche, che possono contribuire a creare un effetto di elogio e celebrazione del soggetto in questione. Eccone alcune delle tecniche retoriche più comuni utilizzate nei panegirici:

1. Amplificazione: consiste nell’accentuare e ingrandire le qualità e le azioni del soggetto descritto, in modo da esaltarne l’importanza e l’efficacia.

2. Anadiplosi: consiste nell’usare una parola o una frase alla fine di un verso e poi riprenderla all’inizio del verso successivo, creando un effetto di continuità e di enfasi.

3. Antitesi: consiste nell’opporre due parole o concetti di significato opposto, per creare un effetto di contrasto e di evidenziare le qualità positive del soggetto descritto.

4. Epifora: consiste nell’usare la stessa parola o frase alla fine di diversi versi, per creare un effetto di ritmo e di rafforzare l’idea che si vuole esprimere.

5. Ipobatón: consiste nell’usare una parola o una frase in modo implicito, lasciando che il contesto suggerisca il significato, per creare un effetto di sottile allusione e di coinvolgimento del lettore.

6. Metafora: consiste nell’usare una parola o una frase che ha un significato figurativo, per creare un effetto di trasferimento di senso e di evocazione di immagini suggestive.

L’uso di una o più di queste tecniche può contribuire a creare un effetto di elogio e di celebrazione del soggetto in questione, ma è importante notare che, come per qualsiasi forma di retorica, l’efficacia dipende anche dalla capacità dell’autore di utilizzare queste tecniche in modo appropriato e convincente.

Il termine “arcitaliano” anche se non esiste in italiano standard e non è quindi presente nei dizionari, è un termine colloquiale o un neologismo inventato da uno scrittore che si autodefinì tale per indicare un particolare tipo di italiano: Curzio Malaparte, in un suo famoso libro.

E’ possibile capire il significato esatto del termine “arcitaliano”. Potrebbe essere usato per indicare un italiano molto sofisticato e raffinato, o al contrario per indicare un italiano particolarmente regionale o dialettale. Potrebbe anche essere un termine usato in modo ironico o sarcastico, per indicare una persona che si comporta in modo particolare o che ha opinioni stravaganti.

Nel caso di Malaparte fu famoso per il suo camaleontismo, si soprannominò e venne soprannominato “arcitaliano”, per avere racchiuso nella sua complessa e contraddittoria personalità molti difetti e pregi degli italiani. Il termine “arcitaliano” ha il suo antonimo in “antitaliano”, entrambi sono stati considerati i dioscuro del narcisismo italiano. Non so se è il caso di Silvio Berlusconi o anche di Pietrangelo Buttafuoco. Non ho ancora letto questo libro, eppure mi scopro che ne sto scrivendo.

Resta comunque una malattia, quella della comunicazione. Chiamatela come volete. Sia per gli “arcitaliani” che per gli “antitaliani” un “panegirico” aiuta sempre a vivere.

MEDIUM -https://angallo.medium.com/il-panegirico-di-un-arcitaliano-ea665a6e242b

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Un personaggio-capolavoro che abita una dimensione immateriale. E' l'immagine di Silvio Berlusconi che ci restituisce Pietrangelo Buttafuoco in Beato Lui (pp 144, euro 17) che sarà in libreria la prossima settimana per Longanesi. Un libro indefinibile, un 'panegirico dell'arcitaliano Silvio Berlusconi' che non vuol essere un pamphlet politico e neppure un racconto epico o tragico.

"E' un canovaccio pronto a diventare copione, la forma adatta a raccontare Berlusconi è lo spettacolo, è quella che rende meglio la sua specialissima natura, quella di incarnare al meglio l'identità italiana. E' stato tutto, una verità e il suo esatto contrario" spiega all'ANSA Buttafuoco nel giorno della morte di Berlusconi.
"Ci sono stati tanti modi di raccontare Berlusconi, ci hanno provato attraverso il metodo della ricerca storica, la politologia, perfino attraverso la cronaca giudiziaria, ma la sua non è stata una tra le tante esperienze di espressioni della politica, ha saputo essere tanto e molto di più. Ho capito che c'è solo un modo di raccontarlo che è quello di essere restituito per la sua dimensione di personaggio che chiunque vorrebbe aver raccontato. Sicuramente lo avrebbe voluto fare Balzac, Shakespeare e la grande tradizione della commedia da Goldoni fino a Moliere" sottolinea lo scrittore. Beato lui non è "una serie di sequenze messe in fila.
Berlusconi è presente nell'immaginario, già la notizia della sua morte è vissuta in una dimensione che è proprio immateriale. Una cosa è certa: sicuramente i posteri si ricorderanno di lui" afferma. "Il titolo che ho scelto non a caso è Beato Lui perché in Berlusconi si compendiano tutte le possibilità". Nel libro c'è anche una parte immaginifica in cui si racconta la salita di Berlusconi al Quirinale. "Sì, è immaginifica, ma è verità perché la letteratura ti consente di prescindere dalla realtà altrimenti sarebbe cronaca. Sotto sotto tutti gli italiani se lo sognavano di averlo al Quirinale" dice Buttafuoco. "Il volume era già in prenotazione ad aprile presso i librai quando Berlusconi entrava in ospedale e nessuno più poteva sapere come sarebbe uscito. Abbiamo quindi deciso di posticiparlo e proprio perché mi sono avvalso della verità letteraria, mi sono ritrovato delle pagine che raccontavano ciò che non osavo immaginare: laddove c'era una folla che lo abbracciava nell'addio di un funerale, ho ricostruita la moltitudine che lo applaudiva all'ingresso nel Quirinale, finalmente eletto Capo di Stato. Beato Lui esce, e diventa Beato subito" sottolinea.
Aggiungerai qualcosa al libro sulla morte di Berlusconi? "No, lui è un canone a se stante, non ha bisogno del prima e del dopo, dell'alfa e dell'omega. Lui completa in se l'intero alfabeto. Con Giuliano Ferrara avevamo in animo di fare una cosa che poi abbiamo visto realizzata a Londra, un musical: My fair Papi, come novelli Garinei e Giovannini".
Buttafuoco racconta gesta politiche, amici e nemici di Berlusconi seguendo la verità della letteratura. "Anche in vita molti dei suoi dichiarati nemici erano poi presi nel trasporto affettuoso nei suoi confronti mentre al contrario tanti dichiarati amici avevano degli interessi più che degli affetti.
Berlusconi ha realizzato quello che era il proposito della contestazione sessantottina: la fantasia al potere. Come la ha portata lui la fantasia al potere non lo ha fatto nessuno".
"Era sinceramente innamorato dell'Italia, aveva tutti i motivi per fabbricarsi un adorato esilio, un altrettanto dorata pensione. Se pensi a quanti soldi ha speso per gli avvocati.
Anche le sue lungimiranze in politica estera le potevano consegnare a cose che hanno vissuto già altri nella nostra storia a cominciare da Enrico Mattei, lo stesso Bettino Craxi e invece lui è riuscito a evitarle senza rinunciare a dire la sua come nell'ultimo frangente della guerra in corso". Dopo di lui cosa succederà? "Tutto si conclude con lui. L'unicità è tutta nella sua esperienza politica". (ANSA).
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AntonioGallo | Jun 22, 2023 |
“Lo scontro di due civiltà non esiste, esiste un’unica catastrofe ed è di tutti.”

Nel tentativo di avvicinamento al vastissimo universo che è l’islam e di cui per la verità mi sono sempre interessato poco, se non per via delle varie letture in cui se ne parlava di riflesso, la scelta è caduta, un po’ per caso un po’ voluta, su questo giornalista e scrittore nostrano, peraltro convertito all’islam, che già conoscevo per altre letture.
Al di là di qualche sconfinamento nell’esoterismo, abbastanza difficile per me da recepire nella giusta misura, ho molto apprezzato la spiegazione dei molti punti di contatto presenti nelle due diverse religioni, islam e cristianesimo, che si trovano poi alla fine a non essere del tutto così diverse avendo anche vari personaggi cardine, se cosi posso dire, in comune.
Interessante anche la parte dove l’autore approfondisce i motivi della nuove guerre che si sono scatenate in seno all’islam stesso e come la parte integralista tenga in ostaggio quella moderata, spiegando nel contempo i motivi che hanno dato il via a questa resa dei conti interna che per qualcuno potrebbe essere quella definitiva da giocare tutta sullo scacchiere siriano.
Il saggio in questione, tranne che nelle parti “esoteriche” dette sopra, l’ho trovato abbastanza scorrevole notando come, a mio parere, l’autore sembra essere bene addentro nelle questioni islamiche, ma non è un giudizio affidabile il mio, ne so ancora troppo poco di questo tipo di argomenti…
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Denunciada
barocco | Jun 3, 2017 |
Libro che svela una storia diversa e appassionante di una Sicilia bombardata. Qui, durante la seconda guerra moniale, dove gli americani non sono visti come liberatori ma come invasori, interviene una donna scelta da Hitler, Eughenia Lenbach, per contrastarli e per portare a termine la missione affidatale: le uova del drago. Scritto con abilità e ricercatezza terminologica.
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Denunciada
bibliogabor | Jan 22, 2008 |

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