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Blokken (1931)

por Ferdinand Bordewijk

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Título canónico
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Título original
Títulos alternativos
Fecha de publicación original
Personas/Personajes
Lugares importantes
Acontecimientos importantes
Películas relacionadas
Epígrafe
Dedicatoria
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A S. M. Ejzenštejn e a A. Einstein,
regista e filosofo, maestri dell'orrore
Primeras palabras
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L'aereo seguiva la sua rotta, dritto come una freccia. Sul davanti una luce segnaletica rossa, rafforzata da prismi di cristallo. Fendeva la notte come un dardo dalla punta incandescente. Il bersaglio la città. Volava basso sopra le campagne.
Ci sono libri che estendono il loro dominio, si direbbe la loro volontà di potenza, oltre la linea d’ombra che la mente di un lettore può tracciare. Libri assoluti e improvvisi che sembrano arrivati dal nulla. Qualcuno scrive, ma vi è indotto da che cosa? Può darsi che lo scrivere sia una fuga dal nulla. Un’oscurità che si squarcia retrospettivamente.

Il cubismo di Stato di Antonio Gnoli e Franco Volpi
Citas
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Non vi erano luci sulla terra. Solo una distesa luminosa nel cielo. Là dove l'uomo ancora non aveva potere, viveva il romanticismo, selvaggio e corrucciato nel suo trionfo.
Nel gioco tra spazi aperti e chiusi prevalevano questi ultimi. Da tutti i lati la città sovrastava il pedone. Non segnalava la propria fine, compariva improvisa, dietro un angolo. Si costruiva poco, la popolazione dello Stato era stazionaria, l'inurbamento cessato, tutti ora erano sistemati nelle città. Gli scambi tra le città erano rari, ora tutte si costruivano secondo lo stesso modello. L'individualità delle città consisteva in qualche reliquia del passato.
Chi usciva da solo correva un rischio. Migliaia di sguardi diffidenti convergevano immediatamente su di lui come i raggi del sole in un punto focale.
Al pianterreno, in alcune case, c'erano nicchie fortemente illumimate e accessibili a tutti. Contro dei catafalchi, e un po' all'indietro, erano appoggiati i morti. Trattati con l'acido carbolico per evitare la prima putrfazione, stavano là tre giorni in mostra, davanti alla massa bramosa di vedere - poi venivano sepolti nudi, in piedi, in fosse di sabbia, interamente murati in sabbia umida, calcata attorno al corpo. Lo Stato seppelliva i suoi morti in piedi. Era una dura condanna quella che ordinava che si fosse sepolti distesi, nel Cimitero dei Distesi, un cimitero della vergogna, molto lontano, non visitato da nessuno.
Qualcosa di gigantesco si stagliava sullo sfondo, un organo che in una sala come questa pareva una città, ma una città del passato, una città simmetrica con dei tetti. [...] Lo strumento nazionale era l'organo. [...] Questa costruzione non era più predisposta per essere suonata, ma per essere azionata da un esercito di funzionari, e mossa da diverse serie di motori. [...] Sembrava un'unità indistinta quella che stava là ad ascoltare, ma chi si fosse avvicinato con occhio critico avrebbe scorto che la moltitudine, sebbene vestita allo stesso modo, si componeva nei volti in individui. La natura, più potente del volere dell'autorità, giocando capricciosamente, rompeva la monotonia della riunione. La spessa vernice delo Stato non riusciva a spegnere i colori originari.
Últimas palabras
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Aviso de desambiguación
Editores de la editorial
Blurbistas
Idioma original
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DDC/MDS Canónico
LCC canónico

Referencias a esta obra en fuentes externas.

Wikipedia en inglés

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